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Recensione: Game of Gods di Hazel Riley

 


Buongiorno Specchietti e ben trovati!

Per la mia prima recensione del 2024 ho deciso di parlarvi di un romanzo già molto conosciuto e che mi aveva incuriosita sin dall’uscita per l’idea di base molto originale. Sto parlando di Game of Gods, di Hazel Riley, uscito per la Sperling & Kupfer a ottobre dello scorso anno – lo so, arrivo un po’ in ritardo ma la pila della vergogna è lunga e tortuosa.

Ma vediamo innanzitutto la trama:

Ricchi e intelligentissimi, i fratelli Lively - Hades, Apollo, Hermes, Aphrodite e Athena - sono i più popolari di Yale: nessuno osa avvicinarli, ma tutti li conoscono e li guardano da lontano. Ogni venerdì sera organizzano quelli che sono diventati famosi come i Giochi degli Dèi, in cui all'avversario non si riserva nessuna pietà. Batterli è impossibile.
Quando Haven arriva al campus come matricola, rimane affascinata da loro, anche se un po' impaurita, finché Hades si accorge di lei...
L'amore che scoppia tra i due è irrefrenabile, ma si rivela ben presto una vera e propria discesa all'Inferno. I giochi a Yale, infatti, sono solo una minuscola parte di quello che nascondono i Lively: la posta in palio è alta e Haven ancora non sa che la pedina principale della partita è proprio lei.


I protagonisti assoluti di questa storia sono Haven e Hades, senza alcun dubbio.
Lei, fissata con i giochi e le sfide al punto da fare scelte discutibili, lui, cresciuto in una famiglia che del gioco ha fatto la sua ossessione e ragione di vita.

Lei, che seppure ha vissuto una vita di ristrettezze economiche ha conosciuto l’amore incondizionato della famiglia; lui, che dopo l’abbandono della madre biologica e la vita in orfanotrofio, ha trovato una famiglia ricchissima, ma composta da squilibrati con l’ossessione per la mitologia greca e i giochi, che hanno adottato una manciata di ragazzini per trasformarli nei propri soldatini. Lui che non sa cosa sia l’amore perché non l’ha mai ricevuto e si rapporta con il mondo tenendolo a distanza; lei, che non può fare a meno di infastidirlo, perché la sua curiosità nei confronti della famiglia Lively e dei giochi che organizza è più forte di ogni impulso razionale.

E sono proprio la cocciutaggine e sfrontatezza di Haven a fare breccia nella corazza di Hades, dando vita a un continuo gioco di sfida e provocazione, di liti e riavvicinamenti, di attrazione e orgoglio. Passione e dolore.

Le parole non possono davvero rendere cosa sia la relazione tra questi due personaggi e l’altalena emotiva che si prova durante la lettura del romanzo. Per capire davvero il loro rapporto, bisogna leggere la loro storia e innamorarsi con loro di questo sentimento che è anche una guerra, è devozione, è presa di coscienza da entrambe le parti, che si arrendono, solo alla fine, a quell’amore travolgente che li ha colpiti.

Nella mia testa, Haven è ancora mia. Nella mia testa, Haven mi sorride, mi accarezza la cicatrice e mi dice che mi ama. Nella mia testa non sono un codardo e glielo dico anche io.

Hades e Haven sono molto simili, è per questo che si scontrano di continuo ed è per questo che non riescono, allo stesso tempo, a stare lontani l’uno dall’altra. Il percorso di crescita che entrambi fanno nel corso della storia è evidente e importante. Lei continua a lottare per i propri sentimenti, con quella grinta e testardaggine che la contraddistinguono, lui continua a lottare e a infliggersi dolore pur di proteggerla dalla sua famiglia, dalla sorte che è toccata a lui e che non vorrebbe mai dovesse toccare anche a Haven.

Questo è l'effetto che hai su di me. Se so che in una stanza ci sei tu, tutto il resto non esiste. Ed ecco perché ho bisogno che tu mi odi, ho bisogno di farmi odiare, ho bisogno di tenerti lontana sotto ogni aspetto.

Hades è sicuramente il personaggio con il percorso di crescita maggiore. Da ragazzo ricco e intoccabile, quasi disgustato da tutti e anche da se stesso, riesce pian piano, non mancando di commettere errori e di porsi in modo odioso, a volte, a scavare dentro se stesso, ad accettare le proprie emozioni, ad accettarsi e vedersi in modo diverso, attraverso lo sguardo di Haven. Lei è la sua Persefone e lui, grazie a lei, impara cosa sia l’amore.

Ki egó se agapó Persefóni mou

Attorno a loro si muovono un gruppo di personaggi altrettanto importanti e ricchi di sfumature. I fratelli di Hades, in primis Apollo, l’opposto del primo, taciturno, timido, riservato, che però non manca di prendersi una bella cotta per Haven. Poi Hermes, l’anima della festa, il personaggio più divertente e assurdo di cui abbia letto – a parte Liam, che mi ha spezzato in egual misura – e, assieme a loro, anche se rimangono un po’ più in ombra, Aphrodite e Athena. Ecco, quest’ultima mi è stata abbastanza antipatica e spero mi dia modo di cambiare opinione su di lei nel secondo volume della serie.

In più, abbiamo gli amici di Haven, suo fratello Newt, la compagna di stanza Jack, Liam e Percy. Tutti hanno un ruolo importante nella storia e ognuno di loro si fa apprezzare a suo modo.

Ma la vera incognita di questa storia sono mamma e papà Lively, Crono e Rea. Sono molto curiosa di scoprire se l'autrice ci farà capire qualcosa in più su questi due, se ci saranno delle motivazioni a spingerli o dei trascorsi che li hanno resi così come sono. E come sono, direte voi? Spaventosi, violenti, anaffettivi, al limite della psicopatia. In realtà mi sono chiesta spesso, nel corso della lettura, per quale motivo i figli non si siano rivoltati contro di loro e non li abbiano mandati al diavolo una volta cresciuti abbastanza da potersela cavare da soli. Anche in questo caso, attendo il secondo volume per poter capire se verranno fornite le dovute spiegazioni.

In conclusione, anche se non so se questa recensione abbia effettivamente senso, perché sono ancora così coinvolta da non riuscire quasi a formulare pensieri di senso compiuto, Game of Gods mi ha sorpresa, spiazzata, travolta. Era da un po’ che un romanzo non mi catturava così tanto, al punto da volerlo leggere di continuo e, contemporaneamente, non volerlo finire. È una storia che trascina e coinvolge e io spero davvero che Game of Titans esca presto, altrimenti impazzirò.



Cinque specchi pieni per questa storia che mi resterà nella testa e nel cuore ancora per parecchio tempo.

Alla prossima recensione,

Violet Lily




 

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