Recensione doppia in anteprima: L'immagine di noi di Marialuisa Gingilli
Alessandro ha
abbandonato l'Irlanda e con essa il sogno di diventare un fotografo
professionista.
Ora che vive a
Londra, la sua vita si divide tra il suo lavoro di tuttofare al Rosso Pomodoro
e le serate nei pub di Soho, dove cerca di dimenticare con l'alcool la fine
della sua storia con Margherita e, soprattutto, quell'insoddisfazione e quel
malessere che ormai sembrano non volerlo più lasciare.
Danielle studia
recitazione alla LADA, l'accademia in cui si formano le nuove promesse del
teatro inglese, e nel tempo libero fa volontariato per la English Association
for Alcoholics Recovery, nella speranza che nessuno debba fare i conti con
l'inferno che ha vissuto lei e di cui, ancora oggi, porta addosso i segni.
L'incontro tra i due
segnerà una svolta nella vita di entrambi, ma se da una parte Alessandro dovrà
imparare di nuovo a fidarsi dell'amore, Danielle sarà in grado di dimenticare
il passato per dare una nuova possibilità al suo cuore?
Due anime spezzate
che cercheranno di mostrare l’una all’altra cosa si nasconde al di là delle
delusioni e della sofferenza che la vita spesso riserva.
Ciao Specchietti!
Eccoci qua, puntuali a
dare il via al primo evento dell’anno organizzato – in ambito romance – da
Libri riflessi in uno specchio.
Di cosa vi parleremo
oggi? Vi starete chiedendo.
Si tratta di una
storia che sia io che Iron Princess abbiamo visto nascere, anzi, all’inizio non
sarebbe nemmeno dovuta esistere…
Avete capito di chi
sto parlando?
Lo svelo io: de L’immagine
di noi, il terzo volume autoconclusivo della Under the Irish sky di
Marialuisa Gingilli che uscirà domani 13 gennaio in esclusiva su Amazon e sarà
incluso nell’abbonamento di Kindle Unlimited.
Per chi ha letto Solo per me e Non te
l’ho mai detto ricorderà benissimo quale sorte è toccata ad Alessandro, l’ormai
ex ragazzo di Margherita. Appunto, è un ex, e per allontanarsi da una vita che
non gli apparteneva più, decide di cercare di ricominciare in un posto nuovo,
dove nessuno conosce il suo passato e dove potrà realmente dimostrare al mondo
di che pasta è fatto.
Mettere un punto e andare a capo, però, non è proprio la cosa
più facile del mondo per un ragazzo che già aveva messo il suo futuro in
discussione – più volte – per la ragazza con la quale era convinto di
condividere tutta la vita.
Un colibrì che volava su
un fiore di loto. Uno scorpione che puntava pericoloso verso di lui.
Vita e morte. La
transizione che avrebbe potuto portare al cambiamento e alla rinascita. Tutte
cazzate. Dopo quasi quattro anni stavo ancora facendo i conti con i miei
fantasmi.
Insomma, questo nuovo
inizio non sembra confortante e glorioso: Alessandro fatica a vivere con il
misero stipendio che guadagna al Rosso Pomodoro dove lavora come cameriere,
fatica a crearsi dei legami saldi al di là di quei due colleghi che, con il
passare dei giorni si sono affezionati a lui, Alessandro arranca. Su tutta la
linea e solo il bruciante sapore del whisky si rivela l’unico in grado di
dargli un po' di sollievo. È insoddisfatto, Alessandro, è buio, Alessandro, e
per lui, vedere il sole sorgere, avere la speranza, diventa ogni giorno più
difficile.
Perfino quando riceve
una proposta che potrebbe alimentare il suo sogno di diventare fotografo.
Si sente sopraffatto, si sente meno degli altri. Si sente
sconfitto.
Poi arriva Danielle
nella sua vita. Bella, tanto diversa da Margherita, anche lei con ancora
addosso le cicatrici roventi del suo passato, anche lei fragile, ma dalla sua
fragilità e dalle sue crepe si scorge la voglia di vivere e di tornare a
vivere, ad amare, a riprendersi quella vita che le è stata portata via
lasciandole solo la sopravvivenza.
Ama,
Danielle. Ama profondamente. Ama e vivi. Sogna. Credi nei piccoli atti di
felicità che l’amore può regalarti.
Un legame il loro che
si sviluppa piano, giorno dopo giorno, che porta a entrambi una ventata di freschezza,
di felicità, di fiducia nel domani.
Si cammina, però, sui
carboni ardenti, perché i dolori e le insicurezze accumulate durante tutta la
vita non possono di certo essere spazzate via da una frequentazione che dura da
poche settimane.
Una foto vista nel
momento sbagliato, una parola non detta, la dipendenza, ogni cosa potrebbe compromettere
tutto.
La mia
vita, senza Dany, era una foto sfocata in bianco e nero, mentre se mi era
accanto brillava di luce, si colorava di mille sfumature, pulsava nel mio
petto.
Riusciranno, Danielle e Alessandro a
sconfiggere il loro fantasmi e ad andare avanti, insieme?
Adoravo
tutto della stupenda donna che avevo di fronte, eppure, ancora una volta,
sembrava che per me non potesse esserci pace, né tanto meno felicità.
Inizio col dirvi che
ho sempre simpatizzato per Alessandro, ho da subito apprezzato la sua
veridicità, il suo essere un ragazzino confuso come tanti – all’epoca di Solo
per me e ho anche apprezzato come, nonostante le dinamiche del genere,
Marialuisa sia riuscita a renderlo, in ogni caso, un personaggio degno.
Mi era dispiaciuto,
però, vederlo abbandonato così e l’idea di uno spin off su di lui ha immediatamente
attirato la mia attenzione.
La storia di
Alessandro e Danielle è una storia che mi è appartenuta da subito, un po'
perché amo le storie di risalita, di rivalsa, di rinascita. E quella di
Alessandro e Danielle è sicuramente una storia di queste. Dove, sia da una
parte che dall’altra abbiamo due persone che lottano per la propria felicità,
che chiedono aiuto, sebbene in modi molto diversi, che hanno diritto a un
riscatto sociale.
Marialuisa mostra
tutto questo con il suo stile fluido, poetico, sensuale, crudo al bisogno,
tanto da far diventare questo romanzo, il ritratto di uno spaccato di vita che
potrebbe appartenere a ognuno di noi, a un nostro amico, un parente.
Ho provato un’empatia
atroce per Alessandro. Quel continuo tentativo di non deludere gli altri, di
trovare il proprio posto nel mondo, di non sentirsi mai abbastanza mi hanno
lacerata; ho lottato con lui e con Danielle, li ho accompagnati fino
all’epilogo con il magone e la voglia di abbracciarli entrambi.
Brava Marialuisa che,
come sempre, ha avuto una cura maniacale del più piccolo dettaglio: le immagini
di Londra, le prove a teatro di Danielle, lo staff del Rosso Pomodoro e,
soprattutto, grazie per aver creato un personaggio come Irma. Servirebbe a
tutti una “cazziata” di Irma.
Brava Marialuisa
perché ti metti sempre in discussione, piena di dubbi, di insicurezze; lavori
sodo e sforni ‘sti romanzi strappacuore che leggo solo perché se tu (assieme a
pochissime altre).
Sei cresciuta e crescerai
ancora, ma sono sicura che Alessandro rimarrà nel cuore di molte.
Assegno il primo
Specchio speciale dell’anno a te e ai tuoi ragazzi, ve lo meritate tutto!
Ora lascio la parola
alla nostra Iron Princess e vi do appuntamento alla prossima lettura,
Un bacione, la vostra
Mil
Ecco: dimenticateli.
Perché questa storia non parla di loro.
Mentre Margherita e Joshua si avvicinavano l’una all’altro,
una terza persona è uscita distrutta da questo incontro: Alessandro.
Ammettiamolo tutti: Alessandro, in “Solo per me”, era proprio
insopportabile. Trascurava Margherita, anteponeva i suoi interessi a quelli
della coppia, non vedendo i bisogni della sua ragazza e nel momento in cui la
sua storia con Margherita sembrava ormai giunta al termine, aveva provato ad
accelerare le cose, sbagliando clamorosamente e facendosi odiare dal lettore.
Forse, solo nel momento del tradimento si può aprire uno spiraglio di empatia
nei suoi confronti. Giusto uno spiraglio, nulla più.
Alessandro qui si prende la sua meritata rivincita, anche se
con una certa fatica e attraverso tante tribolazioni.
Dopo aver perso la sua donna, Alessandro è scappato dal suo passato
e si è trasferito, di nuovo. Prima ha lasciato l’Italia per l’Irlanda, adesso è
volato fino a Londra e vive da solo, con la sola compagnia delle continue
telefonate di Giacomo che cerca, nonostante tutto, di stargli accanto. Le sue
giornate si dividono tra il duro lavoro presso un ristorante italiano, e il suo
girovagare di pub in pub. Solo, senza un soldo, senza più uno scopo o un sogno,
senza qualcosa che lo spinga ad andare avanti, il suo unico conforto è l’alcool
che usa per cercare di dimenticarsi di quella triste vita.
Alessandro è solo l’ombra dell’uomo che abbiamo conosciuto.
Ha perso tutta la vitalità, la spensieratezza e l’incoscienza della sua giovane
età. È incapace di andare avanti, di lasciarsi alle spalle il passato.
Diciamocela tutta: Alessandro, qui, fa abbastanza pena. Ti dimentichi
completamente di quello che pensavi fino a quel momento di lui e cominci a
vedere il mondo dalla sua prospettiva. E il mondo dalla sua prospettiva fa
schifo.
Accanto a lui fa la sua comparsa una nuova protagonista
femminile: Danielle. Anche Danielle ha un brutto passato alle sue spalle, un
passato più oscuro di quello di Alessandro, ma a differenza sua lei cerca di
reagire. Danielle studia recitazione alla LADA, si prepara al suo primo
spettacolo da protagonista mettendo tutta se stessa sulla scena e fa la
volontaria all’E.A.A.R., girando i pub per aiutare i ragazzi a non farsi
distruggere dall’alcool, ragazzi come Alessandro.
Ecco, se dobbiamo trovare un vero protagonista del romanzo,
possiamo trovarlo proprio nell’alcool. L’abilità dell’autrice sta nello
sbattere in faccia al lettore la dura realtà, senza indorare la pillola o
abbellirla con fronzoli per meri fini narrativi.
Spesso, purtroppo, nei romanzi o nelle opere di finzione in
generale, l’alcolismo viene idealizzato e se il protagonista di turno si lascia
andare all’eccesso, il tutto viene gestito in maniera quasi romantica. Perché
in fondo il bad boy piace. In fondo che sarà mai se qualche sera si lascia
andare all’eccesso?
Qui no.
Marialuisa Gingilli mette nero su bianco le conseguenze di
una dipendenza. Lo fa senza giudicare, ma capendo e condannando lì dove serve,
dandoci al contempo la prospettiva di chi tocca il fondo e quella delle persone
che gli vogliono bene che rischiano di andare a fondo con lui.
A tal proposito mi è piaciuta molto la figura di Jo, la
sorella maggiore di Danielle. Jo è una presenza esterna alla vicenda, eppure
costante. È una donna che vede la sorella minore vittima dell’autodistruzione
altrui e il cui desiderio è soltanto di proteggerla, metterla sotto una campana
di vetro e impedire che il mondo continui a farle del male perché ha già
sofferto abbastanza.
Un’altra figura che mi preme di sottolineare è quella di
Rupert, il migliore amico di Danielle, nonché psicologo dell’E.A.A.R. Purtroppo
la nostra società che si definisce moderna continua a vedere lo psicologo come
una figura da evitare o a cui ricorrere solo quando si è “matti”. Per fortuna,
negli ultimi tempi noto sempre più prodotti che stanno cercando di sdoganare
questa figura e “L’immagine di noi” non è da meno. Il romanzo di Marialuisa
Gingilli ci mostra che non è sbagliato chiedere aiuto quando non si riesce ad
andare avanti, che non bisogna vergognarsi di stare male, ma al contrario
bisogna avere il coraggio di reagire.
«L’amore fa sempre paura, Danielle, a qualsiasi età e qualunque sia la nostra condizione nel momento in cui arriva a strapazzarci il cuore e l’anima. Non credere che sia così solo perché non eri pronta ad accoglierlo. Nessuno lo è mai davvero. Forse è proprio questo il bello dell’amore. Il modo in cui ti sorprende, manda al diavolo i piani che avevi fatto per il tuo futuro, mina le tue certezze e ti manda in confusione. Non è la miglior scarica di adrenalina possibile?»
Se da un lato, quindi, ci viene mostrato il mondo oscuro
dell’alcool, dall’altro abbiamo quello luminoso della rinascita. Perché il
messaggio contenuto in questo romanzo è che se si tocca il fondo ci si può
sempre rialzare. E bisogna farlo contando prima di tutto su se stessi. Perché la
vita non è un film dove l’amore può risolvere ogni cosa. Perché ci sta stare
lontani l’uno dall’altro per risolvere prima i propri casini. Non significa non
amarsi. Al contrario…
“L’immagine di noi” è un romanzo che fa soffrire, che scava
nel profondo delle più oscure emozioni umane e che mette a nudo l’anima del
lettore insieme a quella dei protagonisti. È un romanzo reale, le cui
esperienze puoi toccare con mano nella vita di ogni giorno. È la storia di come
si può anche fallire, ma sta a noi trovare la forza di rialzarci. È un’opera
che merita lo specchio speciale e che tutti dovrebbero leggere per
evitare di arrivare a toccare il fondo della propria anima o per riuscire a
tirarsene fuori.
Ringrazio l’autrice per la copia in anteprima e vi do appuntamento
alle altre tappe del blogtour.
Alla prossima,
Commenti
Posta un commento