Review Tour di Natale: Una notte di neve a Tokyo - Uno Sconosciuto sotto l'albero - Il mio regalo di Natale

Buongiorno, Specchietti!
Oggi il blog partecipa al Tour Natalizio organizzato da Mia Another, Anna Zarlenga e Grazia Cioce assieme a Newton Compton.
Tre storie per innamorarsi e respirare la magia del Natale di cui ci parleranno le nostre Irish Girl e Mil Palabras.


Bentrovati, Specchietti del mio cuore.
Iniziamo la giornata dedicata al Review Tour di Natale della Newton Compton, che ringraziamo per le copie omaggio, con Una notte di neve a Tokyo di Mia Another.
Che Mia Another sia una delle mie autrici preferite in assoluto ormai dovreste averlo capito. Amo il modo in cui riesce a dare vita ai suoi personaggi, rendendoli reali con le mille sfaccettature del loro carattere, mettendone in risalto luci e ombre, mostrandoci le loro imperfezioni e i backout del cuore, e della mente, cui spesso vanno incontro.
E poi ci sono le ambientazioni: vivide, accurate, che trasmettono al lettore una moltitudine di percezioni sensoriali e, allo stesso tempo, non annoiano mai. Se poi lo sfondo delle sue storie è quel Giappone con cui sa incantare dalla prima pagina, allora, per quanto mi riguarda, so già che mi ritroverò a divorare il suo romanzo senza neanche rendermene conto.
Eppure, ogni santa volta, Mia Another riesce a sorprendermi. A farmi dire: “Sì, l’ultima storia era bellissima, ma questa… Dio, questa è un capolavoro”.
Ed è successo anche questa volta con Una notte di neve a Tokyo, la storia di Natale appena pubblicata per Newton Compton. Una storia capace, in pochissime pagine, di prendermi per mano e condurmi tra le strade innevate della capitale nipponica, di emozionarmi come pochi romanzi hanno saputo finora fare, di farmi fremere, preoccupare, sognare.

 Mi chiamo Kasumi Hojo, ho ventotto anni e all’apparenza sembro felice.
Ho un buon lavoro, una bella casa, un marito ricco.
Questo è ciò che le persone pensano di me.
Ma la verità è che nessuna di queste cose mi porta gioia.

L’incipit di questa storia ci mostra subito la nostra protagonista e ci proietta nel suo mondo con quella nota agrodolce che è in realtà un pugno in pieno stomaco.
Kasumi sembra avere tutto dalla vita, invece, pagina dopo pagina, ci rendiamo conto che con il tempo ha costruito da sé le pareti di quella gabbia dorata che ora la imprigiona.
Per non deludere la famiglia. Prendendo le decisioni “giuste”, quelle che tutti si aspettavano da lei. Scambiando per amore il bisogno di avere un uomo al suo fianco che mitigasse la perdita prematura del padre.
Nobuo, suo marito, è l’altra vittima del contorto sistema che hanno messo in piedi assieme. Di quel matrimonio tanto invidiato che ormai si nutre di astio, rancore e solitudine. Di quel sistema rigido e tradizionalista che non prevede vie d’uscita quando in ballo c’è l’onore. L’apparenza.
Ma se la realtà ti opprime, se non ne puoi più di finti sorrisi, di maschere da portare in scena, quando ti sembra che tutto ti stia crollando addosso, allora, quella via d’uscita la devi trovare per forza.
Ecco, quindi, ventiquattro ore per essere se stessi fingendo. Fingendo di non aver preso le decisioni passate, di non aver sposato la persona sbagliata. Essere se stessi cambiando identità. La notte di Natale. Un solo giorno l’anno per tornare a respirare.
Esattamente quello che si appresta a fare ancora una volta la nostra Kasumi che, nei panni dell’affascinante Miki, si avvicina al misterioso Theo, il giovane musicista incontrato in un albergo vicino l’aeroporto. Ma se questo Natale le cose non andassero secondo il copione prestabilito?
Una notte con Theo per dimenticare la realtà. Una notte con Theo per riscoprire la parte più nascosta di sé.

«Nevica», sibilo. «Lo senti?».
Ho parlato in giapponese, di nuovo. 
Non riesco più a concentrarmi e a tradurre quello che penso.
Ma tanto non ce n’è bisogno.
I nostri corpi sono connessi, si assecondano l’un l’altro.
Non dobbiamo dirci niente.

Una notte di neve a Tokyo è una storia intensa, che ci ricorda che non è mai troppo tardi per prendere in mano la nostra vita. Che ci ricorda che il tempo a nostra diposizione è limitato e non sappiamo quando scadrà, per questo va vissuto intensamente e non dovremmo mai permetterci di avere rimpianti. Perché i rimpianti corrodono l’anima, ci fanno vivere nei “sé” e nei “ma” facendoci perdere altri preziosi istanti.
Non è mai facile lasciarsi tutto alle spalle, Specchietti, e chi vi scrive lo sa bene.
Spesso la paura ci fa nascondere la testa sotto la sabbia; spesso ci convinciamo che quel malessere che ci toglie il respiro sia solo passeggero, anche se dentro di noi qualcosa urla che non è vero. Spesso, preferiamo negare, fino alla morte, che qualcosa si sia rotto. Ci diciamo che non c’è tempo. Ci raccontiamo che staremo meglio, anche se quel “meglio” sembra non arrivare mai. Però mi sento di dirvi una cosa, esattamente come per Kasumi: ascoltatela, quella voce, Specchietti. Non abbiate paura di vivere. Riportate alla mente i vostri sogni, le aspettative per quel futuro che vi entusiasmava, che non vedevate l’ora di acciuffare, di vivere. Ricordate chi eravate e chi volevate essere. E se non siete nel punto preciso in cui vi eravate immaginati, non abbiate paura. Agite. Riprendetevi voi stessi.

Voglio ripartire dall’inizio, dal punto in cui mi sono persa,
ed è proprio con questo sorriso che intendo ricominciare.
Oggi, non domani.

Inutile sottolinearlo, Specchietti, a Mia Another e Una notte di neve a Tokyo va il mio specchio speciale. Altre parole sarebbero solo superflue. 

 


Grazie Mia, non vedo l’ora di leggere altre tue storie.





Ciao Specchietti!

Come state?

Eccomi qui a parlarvi della novella che è toccata a me per questo strepitoso evento natalizio organizzato da Newton Compton, che approfitto per ringraziare anche io.

Che ami la penna di Anna Zarlenga non è una novità, perciò non vi terrò sulle spine: questa novella è perfetta per entrare nel clima romantico natalizio.

Orlando James e Gloria sono due personaggi agli antipodi.

Lui, scrittore eccentrico, promettente bestseller, molto attaccato all’alone di mistero che si nasconde dietro il suo pseudonimo, lei una degli editor della casa editrice che ha appena ingaggiato, per l’appunto, Orlando James.

A questo già invitante duetto aggiungo: la magia del Natale, la meravigliosa cornice napoletana, tipica dei romanzi di Anna, e il suo stile effervescente, capace di strappare una risata anche a chi è reduce da un incubo terribile. Storia vera.

 

Vi basta?

 

E quindi eccomi qui. Di nuovo. Vestita da elfo. Vi chiederete di certo cosa c’entri il fatto che mi sia messa a lavorare con un brillante scrittore con il mio travestimento natalizio. Apparentemente le cose non sembrerebbero collegate, ma se vi dicessi che lo scrittore è un folle? Un tipo da internare?

 

E, insomma, il volto di Orlando è sconosciuto come è sconosciuto il motivo per il quale il promettente bestseller appena ingaggiato sia stato assegnato a Gloria e non a Ramona.

La nostra protagonista è molto molto scettica a riguardo e le sue impressioni sull’eccentricità di questo rinomato scrittore le suscitano sentimenti contrastanti: da un lato, è incuriosita, dall’altro, vuole solo portare a termine il suo lavoro, da brava stakanovista qual è.

Infatti, se Gloria assomiglia al Grinch ed è immune a tutto ciò che non è spiegabile attraverso la ragione, Orlando sembra aver inghiottito Babbo Natale in persona ed è pronto a tutto pur di far cambiare idea al suo editor.

 

Uno sbaglio?

Uno scherzo?

Un regalo di Natale?

 

G. Ho letto pochi romanzi d’amore con un editor per protagonista e ti assicuro che non c’è niente di romantico a fare l’editor.

O. Perché sei così seria, Gloria?

G. Se non te ne fossi accorto, sto lavorando. Ti aspetteresti un atteggiamento diverso?

O. Ieri sembravi un’altra persona. Quando fai cose insolite ti si accende una bella luce negli occhi.

 

Lascio che siate voi a scoprirlo, mentre vi dico che Anna aggiunge una nuova perla ai suoi romanzi tanti amati da tutti noi.

In poche pagine riesce a concentrare tutti gli elementi che troviamo di solito nei suoi romanzi; ironizza su una delle figure più temute – almeno per la sottoscritta – del mondo dell’editoria e ci regala un protagonista maschile che meriterebbe proprio un intero romanzo… ops! Questo non volevo proprio dirlo!

 

Guardami. Gli occhi non sempre ci mostrano come siamo.

Guardami ora come se fosse la prima volta.

Il primo sguardo rivela più di quanto pensi.

 

Una storia romantica, spiritosa, che vi farà venire gli occhi a cuoricino e vi ricorderà – nel caso ve ne foste scordati – che l’atmosfera natalizia è davvero magica e sotto al vischio può succedere di tutto.

 

Grazie, Anna, grazie per questa novella a cinque stelle e grazie per la gioia che mi hai regalato oggi.

 


Grazie anche a voi, Specchietti, per esserci sempre.

Vi auguro un buon Natale e un felice anno nuovo!

 


La vostra Mil Palabras vi abbraccia

Chiudiamo questo Review di Natale, Specchietti, con Il mio regalo di Natale di Grazia Cioce, una commedia romantica che vede come protagonisti Federico, noto avvocato torinese, e la frizzante Chiara, wedding planner di origine colombiana.
Se la vita di tutti i giorni non ti dà respiro, se per quel lavoro che hai sempre sognato stai sacrificando una parte di te stesso, se ti sembra che il tempo ti stia solo scorrendo via tra le dita, non c’è miglior cura di quella consigliata dalla nostra autrice: un fine settimana in mezzo alla natura, in meditazione, alla ricerca del proprio personale animale guida.
Lo so, vi vedo scettici; esattamente come lo era Federico quando sua sorella Charlotte ha organizzato per lui due giorni di totale relax presso l’Oasi di Corio. Ma fidatevi, perché Charlotte e Grazia ci vedono lungo. Sempre. Anche quando decidono che la donna perfetta per Federico sia Chiara Martinez, la wedding planner di Charlotte, e decidono di farla trovare al posto giusto, nel momento giusto –  cioè a un passo dal nostro Federico – come delle vere Cupido di Natale. Lo sappiamo, non si dovrebbe forzare la mano con il prossimo… e neanche raccontare bugie, ma vi assicuriamo che, di quella vacanza all’Oasi, ne aveva bisogno anche lei.
Jean Claude!
No, non sono impazzita. Si tratta di una tipica espressione colombiana per esprimere stupore. Non lo sapevate, Specchietti? Ma sì, fidatevi... Vi ho detto di fidarvi... 
Con la complicità della capra Pippa (guest star di questa novella di Natale) i due ragazzi avranno modo di avvicinarsi per caso l'uno all'altra e scoprire nuovi lati del proprio carattere fino a quel momento sconosciuti anche a loro stessi.
Saranno però capaci di staccarsi da quell’io che hanno costruito in virtù delle proprie carriere per vivere serenamente e appieno la vita?
Questo dovrete scoprirlo da soli, leggendo Il mio regalo di Natale.
Ho amato questa commedia fin dalle prime battute, per lo stile frizzante di Grazia Cioce, la sua capacità di tratteggiare i personaggi – dandone subito al lettore una visione completa ma senza annoiare con descrizioni pedanti – per il ritmo che è riuscita a imporre agli eventi. L’ironia – e l’autoironia – dei personaggi è un elemento che troviamo dalla prima all’ultima pagina e che strappa più di un sorriso.
Se Federico e Chiara fanno da padroni sulla scena, lasciatemi dare però il mio personale oscar a Charlotte: divertente, a tratti completamente folle, testarda a più non posso, va dritta per la sua strada come fosse un caterpillar, ma alla fine anche suo fratello dovrà ammettere che, sì, aveva ragione lei.

Prima di scendere comprendo che il mio regalo di Natale l’ho appena ricevuto e no, 
non lo ammetterò mai, neppure sotto tortura,
ma forseCharlotte è stata davvero il mio cupido di Natale.

Specchietti, se avete voglia di sognare a occhi aperti e respirare l’atmosfera delle commedie di Natale, che sono certa tanto amate, questo è il racconto che fa per voi.
A Grazia e ai suoi ragazzi vanno i miei cinque specchi.

Io e Mil Palabras ringraziamo ancora la Newton Compton, Mia Another, Anna Zarlenga e Grazia Cioce per averci messo a disposizione queste tre storie e per aver dato ancora una volta fiducia a Libri Riflessi in uno Specchio.

Con voi, Specchietti, l’appuntamento è alla prossima lettura.
La vostra Irish Girl.




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