Blogtour: Differenze tra Ade e Annubi

Trama
Nata negli anni '90, studentessa universitaria, frequentatrice assidua di umani e più bassa di due metri e quindici: Persefone ha davvero un pessimo curriculum divino. I mortali non la venerano, gli Dei non la invitano ai loro eventi mondani, e a lei tutto sommato andrebbe bene così. O almeno crede.
Tutto cambia quando a una conferenza incontra Ade, Dio dei morti e gentiluomo d'altri tempi. Anche il suo è un bagaglio pesante: trecentomila anni in più sull'età, cinquanta centimetri in più sulla statura, almeno venti titoli in più sul nome. Ma è anche l'unico a capire la passione di Persefone per la giurisprudenza, nonché l'unico che sembri a disagio in mezzo agli altri Divini tanto quanto lei. Poteva forse non scattare la scintilla?
I due si ritrovano a intrecciare i loro destini e a lavorare insieme per emettere una sentenza controversa, collaborando a un processo ultraterreno nel tribunale degli Inferi. E così, a metà tra ironia e serietà, tra equità e rigore, tra vita e morte, si srotola la rivisitazione (semi) moderna di un mito che non ha mai smesso di venir raccontato.


Buona sera Specchietti, oggi vi parliamo di un romanzo particolare di cui siamo venute a conoscenza e che è uscito qualche giorno fa. 
La nostra tappa prevedeva di analizzare due figure mitologiche: Anubi e Ade. 
Cominciamo da uno dei personaggi più simpatici, ma secondari: Anubi

Per chi non lo sapesse, o si fosse dimenticato, o ancora come me facesse confusione con le divinità egizie, Anubi è il dio protettore di cimiteri e tombe, addetto alla famosa pesatura (cuore – piuma) che decretava il destino delle anime nell’oltretomba. 
È rappresentato come un uomo, tranne per la testa da canide.
Okay partiamo quindi da queste poche righe wikipediane e inseriamolo nel libro “Il giudizio di Persefone”. Nel romanzo, Anubi, è un dio dedito al proprio lavoro, ma al contrario del suo BFF, molto social e allegro. Sa essere un leader amato da chi lo serve e gli sta accanto, l’anima delle feste ed è sempre pronto ad osare, nel gusto (design, donne, vestiti etc.) ma senza cadere mai nell’ eccesso.
Insomma un dio adorato e giusto, che sa ben bilanciare la sfera lavorativa con quella del piacere. Peccato sia appunto un personaggio secondario, che per due volte viene solo nominato e relegato a una manciata di righe, mentre in un altro caso viene a lui “dedicato” un arco narrativo, di cui da lettrice non sentivo tutto questo bisogno, ma tutto sommato simpatico.
Ho decisamente più parole da spendere sul suo presunto BFF, nonché protagonista maschile delle vicende: Ade.

Ade non ha bisogno di presentazioni, ma se proprio vogliamo mettere i puntini sulle “i” si tratta del dio dei morti per il Pantheon classico, e dell’Ade (l’oltretomba in questo caso).
È un dio freddo, silenzioso e quasi assente, all’apparenze. Incute timore a tutti, seppur non abbia provocato nulla per meritarselo. Alle feste, le poche a cui prende parte, è spesso solo, o al massimo in compagnia di Anubi. Ha una pessima relazione col fratello Zeus ed è uno dei pochi dei a non essere sposato.
Come dire… è tutto lavoro e niente divertimento per lo più. Sempre dietro alle sentenze dei morti che arrivano nell’Erebo, notte e giorno dato che non dorme. Non è capace di socializzare affatto, e ha paura dei vivi. Di certo vi è un perché, ma non ve lo dico… lasciamolo un mistero.
Ovvio che tutto questo cambi, lentamente, ci vuole quasi un’eternità… letteralmente e un po' perché questo romanzo è un tomo non indifferente. Mi pare anche palese grazie a chi si azioni tale cambiamento, in questa storia d’amore che pare iniziare per caso, ma che è destinata a compiersi da millenni.

E voi, cosa ne pensate? 
Vi aspettiamo il 10 agosto per la recensione! 

Alla prossima, 

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