Recensione: La direzione della coccinella di Davide Ceraso
Buongiorno,
Specchietti.
Oggi la nostra
Irish Girl ci parla del romanzo di Davide Ceraso La direzione della
coccinella.
Titolo: La Direzione della
Coccinella
Autore: Davide Ceraso
Editore: Dark Zone Edizioni
Prezzo: cartaceo €. 14,90 –
ebook €. 2,99
Trama:
“Non so se tu abbia mai osservato
una coccinella in procinto di spiccare il volo. Socchiude un poco le elitre
puntinate di nero e le dischiude quel tanto che, per un attimo appena, le fa sembrare
un cuore. È difficile starle dietro ma dicono che, se si è abbastanza svelti,
ti porterà dalla persona amata, da chi possiede una parte del tuo cuore…”
Lorenzo e Valentina sono uguali e
allo stesso tempo diversi: trascorrono le loro giornate in una Torino che
respira nebbia e sbuffa cieli tortora, fino a quando le loro vite si
incontrano. Tra i due sboccia un sentimento, ma lei sta per partire per
l’America. E l’attesa, a vent’anni, è un istante sospeso dal retrogusto amaro.
Così Lorenzo s’innamora di Alice, ragazza-madre dalle mille cicatrici celate
sotto una pelle pallida e con una figlia, Mia, che osserva il mondo attraverso
occhialini da nuoto.
Tutto sembra andare nel migliore dei
modi, finché nel silenzio di una notte un messaggio di Valentina sconvolge
tutto. Di nuovo. Lorenzo annega nel mare dei dubbi: chi ama davvero? Valentina
o Alice?
Nel momento
in cui dovrà fare una scelta, sarà una coccinella a indicargli la direzione da
prendere. Perché il cuore non sbaglia. Mai.
Bentrovati, miei Specchietti.
Comincio subito col dirvi che mi
siete mancati. Tantissimo. Purtroppo, un po’ per i mille impegni di questo
periodo e un po’ – molto di più a dire il vero – per un mio particolare
momento, sono rimasta lontana da voi per troppo tempo e me ne dispiaccio.
Oggi, però, mi sento pronta e carica
per tornare a condividere con gli altri le mie letture e, in particolare, le
emozioni che l’ultimo romanzo sfogliato mi ha lasciato addosso.
La direzione della coccinella, di Davide Ceraso, era sullo
scaffale della mia libreria da parecchi mesi, praticamente dalla sua uscita.
L’avevo acquistato attirata dalla cover tanto evocativa e da quello strillo
che, da subito, mi aveva come chiamata:
Ricorda i sorrisi, le dita intrecciate
Ricorda i sogni, i respiri affannati
Segui il tuo cuore,
è l’unico modo per scegliere
e l’unico modo per vivere…
Lorenzo, Valentina e Alice sono i
tre protagonisti di questa storia.
Tre vite che si intrecciano l’una
all’altra in un lungo viaggio della memoria. Tre vite tanto diverse tra loro,
che hanno in comune, però, la forza e la determinazione con cui questi tre
giovani ragazzi affrontano le insidie del loro cammino, gli ostacoli di
quell’invitabile crescere e mutare, l’abbandono e la perdita.
Che non fossi di fronte a una storia
“facile” l’avevo capito fin dalle prime battute di un prologo affidato a un’insolita
voce narrante, che prende il lettore per mano e lo conduce con delicata poesia
verso domande inespresse e insolute e, allo stesso tempo, verità che egli
stesso ben conosce.
Non ho mai visto il sole, ma conosco
il calore dei suoi raggi.
Non ho mai visto il mare, ma sono
stato cullato dal narcotico dondolio delle onde.
Non ho mai visto le stelle, ma il
loro debole bagliore mi ha guidato nelle notti scure.
Non ho mai visto la neve, ma ho
sentito il freddo dei suoi fiocchi sulla pelle nuda.
Dacché ho memoria, è sempre stato
così. E così sarà sempre.
Il tempo per me, d’altronde, non ha
importanza. È come vivere per un istante e morire l’istante successivo, per poi
vivere e morire nuovamente.
Senza sosta. Senza fermarsi mai.
Quello che non sapevo, però, miei Specchietti,
è che avrei dovuto fare i conti con i dolori e le gioie disseminate lungo la
vita di Lorenzo. Col suo coraggio, con le perdite che avrebbero segnato i suoi giorni.
Avrei dovuto accompagnare Valentina
dall’altra parte dell’oceano, alla ricerca del suo posto nel mondo, pur se voleva
dire mettere qualcosa da parte. Anche un pezzo di sé. Per poi ricordarmi che i
sogni, spesso e volentieri, per essere realizzati, richiedono una buona dose di
sacrificio e non è detto che la vita ci ripaghi per questo.
Avrei dovuto rivedermi in Alice:
ferita, abbandonata, che si rimbocca le maniche e cerca di fare il meglio che può;
sempre di corsa, sempre col dito di qualcuno puntato contro. Che non se ne sta
lì a leccarsi le ferite e che, allo stesso tempo, si lascia andare alla tentazione
di credere ancora. Nell’amore, nelle persone, in un piccolo gesto. Che trova,
in fondo al suo cuore di donna, la forza e il coraggio di fidarsi nuovamente.
Infine, che mi sarei ritrovata a
sorridere di sbieco, in un misto di tenerezza e pena, per la piccola Mia e per quel
suo strano modo di difendersi dal mondo.
«… posso chiederti come mai Mia
porta gli occhialini da piscina?»
«Perché sott’acqua, quando chiudi
gli occhi e trattieni il respiro, il rumore del mondo svanisce e tutto ciò che
senti è il suono del tuo cuore, leggero come un battito d’ali di farfalla…»
Quello che non potevo sapere,
Specchietti, è che in un momento così particolare per me avrei trovato tra le
righe di questo romanzo la risposta a tutto: mettere in pausa il mondo. Seguire
il cuore.
Più facile a dirsi che a farsi,
vero?
La penna di Davide Ceraso mi ha conquistata
pagina dopo pagina, con la scelta accurata delle parole, le immagini evocative,
la capacità di fondere più punti di vista come se fossero pennellate di colore
che, alla fine, danno vita a un unico meraviglioso quadro.
Passato e presente si mescolano assieme
per delineare il futuro di Lorenzo e quella lunga corsa all’inseguimento di una
coccinella capace, con infiniti battiti di ali, di tracciare la via da percorrere.
Un romanzo d’esordio, quello di
Davide, che nulla ha da invidiare a quelli di autori ben più navigati; che
scava nell’anima, affonda nel cuore, soffia tra i capelli, come fosse vento tra
le fronde di una quercia e di un tiglio, parole che non vogliono essere
dimenticate, ricordi lontani che nessuno di noi, in cuor suo, vorrebbe veder
sbiadire.
Un romanzo, Specchietti, che vi consiglio
di leggere con calma per poterne assaporare ogni riga, senza la fretta che spesso
questo mondo ci impone, e a cui non posso che assegnare il nostro Specchio Speciale.
Grazie, Davide.
Alla prossima lettura, la vostra
Irish Girl.
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