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Recensione: Effetto Amore di Elle Kennedy

 

Buongiorno Specchietti!

Torno dopo diverso tempo su questi schermi con la recensione di un romanzo che ho amato, di un’autrice che adoro. Di chi sto parlando? Di Elle Kennedy e del suo Effetto Amore.



Voi direte “sì, ma il libro è uscito l’anno scorso”. 

Lo so. Penso, però, che tutti voi possiate capirmi quando parlo di lista di letture infinita e poco tempo. Insomma, chi di noi non ha almeno dieci libri in attesa in libreria? Io ne ho molti di più, senza contare il kindle.

Tornando a noi, vediamo un po’ di cosa parla Effetto Amore e chi sono i protagonisti.

TRAMA

Gigi Graham ha tre obiettivi: riuscire a qualificarsi per la nazionale femminile di hockey, vincere l’oro olimpico e uscire, finalmente, dall’ombra di suo padre Garrett. Essere figlia di uno dei più grandi campioni di tutti i tempi, infatti, non è sempre un’impresa facile. Per fortuna Luke Ryder, il nuovo co-capitano della squadra del college di Gigi, non è immune al mito del grande Garrett Graham. Ed è disposto ad allenare fuori orario la sua insopportabile figlia, purché metta una buona parola per lui con il suo eroe. Ryder è supponente, maleducato... e sexy da morire. Gigi però non può concedersi distrazioni: ha bisogno del suo aiuto per dimostrare a tutti che ha talento a prescindere dal nome che porta.
E così, quello che inizia come un accordo vantaggioso per entrambi, potrebbe trasformarsi nella partita più difficile che abbiano mai giocato...


Come risulta evidente dalla trama, la protagonista di questa storia è Gigi Graham e se avete letto la Serie Campus questo cognome vi risulterà familiare. Gigi è infatti la figlia di Garrett Graham e Hannah Wells, protagonisti de Il contratto, primo volume della Campus Serie.

Per chi, come me, ha amato Garrett e Hannah – ma in generale tutta la serie e i suoi protagonisti – l’uscita di Effetto Amore ha rappresentato un ritorno a casa.

Una delle cose che ho apprezzato di più della storia, infatti è il modo in cui siano stati inseriti i personaggi che abbiamo amato nella serie precedente. Non sono ingombranti e non tolgono spazio ai veri protagonisti, eppure ci sono, attraverso brevi apparizioni o anche semplici menzioni che ci fanno capire che sono ancora tutti parte gli uni delle vite degli altri.

Gigi Graham, neanche a dirlo, è una giocatrice di hockey, proprio come suo padre. Il nostro Garrett, infatti, ha avuto una carriera di tutto rispetto ed è conosciuto per essere uno dei migliori giocatori dei suoi tempi. Gigi vuole ovviamente essere alla sua altezza e si impegna al cento percento sul ghiaccio, nello sport che ama tanto quanto suo padre. Il suo obiettivo è quello di entrare nella squadra americana che andrà alle Olimpiadi e, per questo motivo, ha bisogno di fare colpo sull’allenatore della nazionale, cercando di migliorare là dove riscontra ancora qualche difficoltà. Ed è qui che entra in gioco Ryder – all’anagrafe Luke – anche lui giocatore di hockey al college.

Ryder e la sua squadra sono stati trasferiti alla Briar dopo la chiusura della loro università e si trovano a dover giocare con i ragazzi della Briar, con i quali c’è da sempre una forte rivalità che rende molto difficile ai due gruppi il compito di amalgamarsi e giocare come una vera squadra.

Oltre a dare il massimo in pista, Ryder desidera partecipare al campo di hockey estivo tenuto proprio dal padre di Gigi, Garrett, che lui considera alla stregua di un eroe. Peccato che la fama di attaccabrighe di Ryder lo metta in una posizione svantaggiosa agli occhi del suo idolo.

È così che Gigi e Ryder stringono un patto: lui aiuterà lei a migliorare il suo gioco e lei metterà una buona parola con suo padre, per fargli cambiare idea su Ryder.

Specchietti, questa storia mi ha intrattenuto come non mi accadeva da tempo. I due protagonisti sono come il giorno e la notte; solare, chiacchierona e sempre con la battuta pronta lei, taciturno, musone e solitario lui. Tra loro c’è sin da subito una tensione quasi palpabile che ti porta a divorare pagine su pagine nell’attesa di vederli fare un passo l’uno verso l’altra.

"Che ci fai qui?"
"Sono venuto a baciarti."
"Tu... sei venuto fin qui per baciarmi."
"Sì. Tu non sc*pi con qualcuno che non hai mai baciato. Non hai detto così?"
"Io..."
"Allora, posso baciarti, Gigi?"

Gigi è un mix perfetto dei suoi genitori e l’ho adorata in ogni parola e mossa che ha fatto nel corso del romanzo. Ho compreso la sua stima e il conseguente senso di inferiorità nei confronti dell’ingombrante figura del padre e il suo desiderio di dimostrargli di poter essere alla sua altezza. Ho amato il modo in cui punzecchia Ryder, per spingerlo a parlare, ad aprirsi, anche prendendolo in giro. La sua schiettezza e le fragilità che ci mostra nel corso della storia e che contrastano con la sicurezza che ostenta con gli altri me l’hanno fatta adorare.

Ho apprezzato anche il modo in cui l’autrice ci ha presentato Garrett e Hannah nelle vesti di genitori, regalandoci qualche sprazzo della loro vita coniugale. Devo ammettere, però, che Garrett è un tantino esagerato quando si tratta della figlia. È come se la considerasse ancora una ragazzina da proteggere e guidare e non una donna adulta in grado di prendere le proprie decisioni. Questo lo porta, a un certo punto della storia, a creare una frattura tra loro.

Ryder è un protagonista maschile coi fiocchi. Il suo modo di essere, i suoi chiaroscuri caratteriali, il fatto che non parli mai troppo ma che, quando lo faccia, ti arrivi dritto al cuore come un dischetto sparato a massima velocità l’hanno reso un personaggio affascinante e incisivo. Anche se all’inizio sembra un ragazzo indifferente e burbero, nel momento in cui si apre, scopriamo una persona dalle mille sfumature, in grado di farci sognare. Ryder nasconde molto più di quello che mostra e la storia che ha alle spalle –  e che scoprirete leggendo il romanzo – ve lo farà solo amare di più.

So di avere i miei difetti. Ma devo migliorare per stare con questa donna. Lei mi costringe a essere migliore. I voglio essere migliore per lei.
Voglio essere il suo eroe.

Come sempre, lo sport è una componente fondamentale e molto presente nel romanzo e incornicia la storia in modo perfetto. Mi sono piaciute anche le dinamiche tra le due squadre, il mitico coach Jensen – che sarà ormai prossimo alla pensione – e gli amici di Ryder e Gigi che fanno da contorno alla loro quotidianità di studenti del college.

Ci sono stati solo un paio di punti che non mi hanno convinta molto. Da una parte il modo in cui viene liquidata la questione dell’ex ragazzo di Gigi – giocatore della Briar e quindi nuovo compagno di squadra di Ryder. Mi è sembrato un po’ frettoloso il modo in cui lui è passato oltre quando ha scoperto della relazione tra Gigi e Ryder.

L’altra cosa che mi ha fatto un po’ storcere il naso è spoiler, perciò non posso rivelarvela. Vi dico solo che riguarda una decisione presa dai due protagonisti in merito alla loro relazione. Mi è sembrata un po’ esagerata, ecco.

In ogni caso, ciò che ho amato di questo romanzo supera di gran lunga i pochi punti che non mi hanno convinta, perché la Kennedy è così, riesce a creare dei personaggi che ti entrano dentro e ti fanno sospirare, i ragazzi soprattutto.

Per me, sono cinque specchi pieni per questa bellissima storia e non vedo l’ora di leggere il secondo volume della serie, che uscirà a brevissimo!



Alla prossima Specchietti,




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