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Recensione: Fog di Daniela Ruggero


TRAMA

Sono Raul Campbell il re indiscusso di Detroit.
Sono il capo del traffico di armi, degli incontri clandestini e il futuro pappone delle donne di mio padre. Il mio destino è scritto nel mio cognome, ma qualcuno sta tentando di usurparmi il trono.
Mi chiamo Ryan Miller, sono il diavolo della 8-Mile, sono cresciuto in una roulotte ai margini di una città che ha dominato il mondo. Sono il frutto del degrado e dell’indifferenza.
Due uomini lontani che si incontrano per un caso fortuito, un dominatore e un assassino senza scrupoli che si consumeranno nel desiderio.
I ruoli si invertiranno e in una guerra per il territorio scopriranno che l’amore non conosce limiti se non quelli dettati dalla paura.



Buongiorno Specchietti, oggi vi parlo dell'ultima uscita di Daniela Ruggero, che torna in grande stile con Fog, un Dark Romance male to male che ci riporta a Detroit, da due personaggi che avevo già avuto modo di conoscere nei suoi precedenti romanzi.
Sto parlando di Raul, il Re Nero di Detroit, e Ryan Miller, il demone della 8-Mile. 
Chi, come me, ha letto i precedenti volumi di questa serie, Dust e Ash, conosce già Ryan e Raul, eppure in questo romanzo l'autrice ci porta indietro nel tempo, a prima degli eventi narrati in Dust e Ash, per colmare alcune lacune e raccontare come e quando Ryan Raul si sono conosciuti.
In Fog vediamo l'ascesa del Re Nero, che prende le redini del regno di suo padre dopo la sua dipartita, ma conosciamo anche la storia di quel ragazzo smarrito, cresciuto negli agi, pagando però un prezzo troppo alto. Scopriamo un animo spezzato dalla violenza, dalla malvagità di un padre che non accetta la diversità del figlio e che lo costringe ad avere rapporti non consenzienti con le sue prostitute. 
Quell'uomo non aveva un briciolo di umanità, come aveva potuto mia madre innamorarsi di un mostro simile.
Leggiamo il dramma di un ragazzino che vede morire la propria madre, l'unica disposta ad amarlo e proteggerlo, per mano di quello stesso padre che è anche il suo aguzzino. Osserviamo un uomo che, pur vivendo nel lusso e nel potere, affoga la sua lucidità nella droga per vedere la madre morta in vivide allucinazioni. 
La vita di Raul arriva a una svolta quando incrocia per puro caso lo sguardo glaciale di Ryan Miller. 
Un uomo rotto, difettoso, anche lui vittima di un genitore incurante che ha preferito venderlo a uno spacciatore pedofilo pur di poter continuare a drogarsi. 
Devo la mia vita e la mia morte a mia madre perché grazie alla sua totale mancanza di amore sono risorto.
Da quel momento, Raul non riesce più a estirpare quell'uomo dalla sua anima.
Morirei per un bacio, ucciderei chiunque per avere Ryan e non gli concederò mai di allontanarsi da me.
Questi due uomini disgregati nel profondo a causa di genitori malati si incastrano come due pezzi di un puzzle deviato, sviluppando un legame ossessivo e morboso, fatto di lealtà e attrazione, di scontri e avvicinamenti, fino al momento in cui il futuro di entrambi non viene messo alla prova dalla durezza della vita criminale di Detroit. 
Io ti darei ogni cosa, anche la mia anima se fosse necessario.
Anche io, ma non la posseggo, me l'hanno strappata. Si sono portati via pezzo per pezzo ogni mia emozione, ogni palpito di cuore, ogni cosa.
Fog è un romanzo tetro, crudele, tormentato. Uno spaccato desolante della vita nei bassifondi di Detroit e della violenza che permea il mondo della criminalità organizzata.
Daniela ha un talento unico nel tratteggiare questo tipo di scenari, senza edulcorare nulla, anzi mettendo l'accento sugli aspetti più miserabili della vita dei personaggi che si muovono tra le pagine. 
Questa desolazione, però, rende ancora più apprezzabili quei pochi legami sinceri che si creano tra le figure che si muovono in quel contesto. Parlo, ad esempio, della lealtà che intercorre tra Ryan e i suoi fedeli compagni Evan e Brayden, e quel rapporto viscerale, intenso e unico che si viene a instaurare tra Raul e Ryan, nonostante quest'ultimo, per sua stessa ammissione, sia incapace di provare amore ed empatia. 
Lo stile dell'autrice è pulito e scorrevole e ci trasporta nella storia, i personaggi sono ben caratterizzati e definiti, così come lo è la loro psiche. Riusciamo a capirli, a vedere le motivazioni profonde che guidano le loro azioni e il tormento che divora le loro anime. 
La storia cattura e sorprende, lasciando una sorta di amaro in bocca per l'ineluttabilità di una vita che, lo capiamo bene grazie alle vicende narrate, non è destinata a cambiare.
Per tutte queste ragioni, Specchietti, assegno a Fog quattro specchi e mezzo e mi sento di consigliarlo a tutti gli amanti del genere Dark Romance.



Per oggi è tutto, vi aspetto alla prossima recensione!
La vostra VioletLily



 

Commenti

  1. Grazie ❤️ bellissima recensione . Felice di aver trasmesso emozioni.

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