RT: Losing Match

Trama
Travis Murray è figlio di un campione NBA e i genitori si aspettano che lui percorra le orme del padre. Infatti, frequenta la Fallwood University, un rinomato college di Division 1. Durante il precedente campionato universitario, però, è stato sospeso a causa di un comportamento omofobo verso un compagno.  
La sua carriera e il suo rapporto con il basket sono minati da un segreto che Travis custodisce dentro di sé. Nessuno deve sapere la verità. Sta giocando una partita contro se stesso e non intende perderla.
Almeno finché Dylan Campbell non piomba nella sua vita come un uragano colorato.
Dylan vive la sua sessualità liberamente, gli piace chi gli piace, a prescindere dal sesso biologico o dall’identità di genere. Segue l’impulso, l’istinto del momento.
Il suo intuito lo porta di fronte a un bivio: aiutare o no Travis Murray, il ragazzo omofobo per eccellenza?
Travis e Dylan iniziano a conoscersi e diventano amici, a dispetto di qualsiasi previsione.
Travis riuscirà a vincere la partita contro se stesso, oppure è destinato a perderla?
Parto col dire che anche stavolta Alexandra Rose si è superata, perché ha preso due personaggi agli antipodi e li ha uniti in qualcosa di davvero unico e raro… e ora vi dirò perché.
Ve lo ricordate Travis in “Home Team”? Sì, quello là. Quello che sembra odiare tutti, che respira cattiveria e usa la sua stazza per intimorire gli altri. Bene, ora immaginatelo con Dylan Campbell, sì proprio lui, il ragazzo che ha fatto del sarcasmo un’arma e dei colori dell’arcobaleno la sua corazza.  
L’avete fatto?
Li state immaginando?  
Ecco a voi gli ingredienti di “Losing Match” e che ingredienti.  
Quando Dylan vede per la prima volta Travis non riesce a fare a meno di pensare “E se ci fosse qualcosa sotto?”, come anche ha fatto ognuno di noi, su, non mentite che vi vedo dire “Oddio, pure io!!!”.  
Perché, in fin dei conti, Travis ha tutto. È ricco, è figlio di un campione di basket, è bello, è anche inserito in un ambiente più che pulito e tutti ci siamo chiesti per quale motivo fosse così chiuso e così odioso nei confronti di Drew e Gray.  
Cosa che ci fa arrivare all’inizio del romanzo di cui sto parlando, perché Travis è in piena sospensione, proprio per aver tenuto un comportamento omofobo. E questa cosa lo mette sotto i riflettori. Sia della società che di Dylan.  
Perché Dylan, col suo carattere spigliato e osservatore, vuole vederci chiaro. Vuole capire Travis, solo che non sa che nemmeno Travis si capisce.  
E come si fa a capire qualcuno, se lui per primo non riesce a farlo?
Ci si diventa amici, ecco come. Ora devo dire che Dylan è un santo uomo, perché al principio di questa loro strana “amicizia” Travis non è amabile, per niente.  
Ma lui è come un tir contro i muri che Travis cerca di erigere.  
Lui ne tira su uno. Dylan lo butta giù.  
È un continuo. Fin quando i muri non riescono ad essere più resistenti o meglio, Travis si accorge che non è più in grado di difendersi o forse neanche vuole…  
E che forse è ora che il suo segreto venga fuori.  
Anche se è un segreto che tiene dentro da secoli e che forse distruggerà ogni cosa, la sua famiglia in primis.  
Scegliere sé stessi però, come può essere sbagliato?
In questo romanzo, Alexandra Rose, ci pone moltissime domande e le riposte che vengono date sono tutte così semplici, da essere quasi delle verità assolute. Come quella che il cielo è blu, per intenderci.  
Tutto è palese. Tutto è così giusto.  
Loro due sono così giusti che mi sono trovata più volte a sospirare, a urlare, a gridare per far si che accadesse qualcosa fra loro.  
E la nostra autrice, con uno stile scorrevole, dinamico e mai banale, a doppio punto di vista (e quanto ho amato sbirciare nella mente di quei due!!!), ci accompagna lungo la strada, portandoci a capire, alla fine, che forse non è una partita persa combattere per chi si è e scegliere di non nascondersi più.  
Brava Alexandra, 5 stelle per te!
Alla prossima,

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