Review Tour: Un coffee per due di Kris Hamlet e Len McCabe
Buongiorno specchietti!
TRAMA
«Fate attenzione al caffè» dice bene la nostra Grace, soprannominata Catastrofe dal protagonista maschile della storia. Perché direte voi? Perché Grace ha il brutto vizio di rovesciare il proprio caffè (o cappuccino) sulle camicie immacolate del povero Thomas Clark, ingegnere freelance che viene assunto per partecipare a un importante progetto dalla società per cui lavora Grace .
Non è però in ufficio che Grace incontra per la prima volta Thomas, anche se non vi dirò nulla di più preciso per non rovinarvi la lettura; posso solo dirvi che il caro ingegner Clark non le fa proprio un’ottima impressione. Immaginate quindi l’entusiasmo di entrambi quando si ritrovano a lavorare allo stesso progetto e ad andare in trasferta a Miami.
I due protagonisti sono l’essenza del grumpyXsunshine, con una Grace sempre colorata e sopra le righe – e per questo spesso considerata non adatta da colleghi e dal suo stesso padre – e un Thomas rigido e precisino che, almeno all’inizio, giudica superficialmente la protagonista solo per la sua goffaggine.
Ma Grace non è una che si fa mettere i piedi in testa, almeno non da lui, e questo darà vita a una serie di botta e risposta e frecciatine tra loro, nonché a una moltitudine di caffè e altre bevande rovesciate sui vestiti dell’impeccabile ingegnere.
Lavorare insieme, però, aiuta entrambi a crescere professionalmente e umanamente e a comprendersi meglio, fino a ribaltare la percezione che hanno l'uno dell’altro e ad avvicinarsi.
Non mi dilungo sulla trama per evitare spoiler, ma vi posso assicurare che se cercate una lettura scorrevole, divertente, che possa intrattenervi per qualche ora, allora questo è il romanzo che fa per voi.
Conoscevo la penna di Len, ma non quella di Kris e mi è piaciuto lo stile scorrevole, corretto, mai pesante e molto divertente che le due autrici hanno saputo utilizzare per questo romanzo.
I pensieri di Grace su Thomas mi hanno strappato delle risate, così come la sua goffaggine – che sento molto mia –. Ma, attenzione, Grace non è solo il personaggio divertente che combina guai, non diventa mai una macchietta e non è mai troppo. Anzi, è un personaggio molto ironico ed estremamente autocritico, con una storia che fa riflettere sulle conseguenze negative a cui può portare il peso delle aspettative della famiglia. Nel caso di Grace, abituata da sempre a sentirsi la pecora nera, la figlia inconcludente agli occhi del padre, le conseguenze si percepiscono a ogni capitolo narrato dalla protagonista. Lei non crede in sé stessa, non pensa di poter fare qualcosa di utile o di buono, è convinta di essere un disastro su tutti i fronti e di essere stata assunta solo perché il suo capo è un amico di suo padre. Si è abituata così tanto a sentirsi definire inadatta da convincersi di esserlo davvero. Inutile dire che ho detestato il padre di Grace, un borioso avvocato di successo che misura il valore delle persone in base al lavoro che svolgono. L’esempio più tossico di genitore, che mette a paragone i figli come se la loro vita fosse una gara a chi è più bravo.
Thomas è invece un ragazzo che ha avuto una famiglia amorevole alle spalle, che lo ha sempre supportato; è ambizioso, concentrato sul lavoro e perfezionista, perciò Grace la Catastrofe, è per lui un grande elemento di disturbo, almeno all’inizio. Eppure, Thomas non è un ragazzo pieno di sé o sgradevole, frecciatine a parte, si dimostra una persona collaborativa e pronta a cambiare opinione, a mettersi in discussione. Nonostante il suo atteggiamento grumpy, l’ingegner Clark è un bravo ragazzo e mi è piaciuto dall’inizio alla fine del romanzo.
Ho apprezzato anche il “colpo di scena” che causa il cosiddetto third act breakup, cioè la rottura tra i due protagonisti che avviene nella seconda metà della storia, un espediente comune a molti romance. Non mi ha invece convinta troppo la reazione di Grace e l’assoluta chiusura nei confronti di Thomas, basata su sue semplici supposizioni. Mi è invece piaciuto che le cose non si siano risolte nell’arco di una manciata di pagine, ma abbiano richiesto il giusto tempo e spazio.
Ben caratterizzati anche i personaggi secondari, in primis i colleghi Samir e Ash, poi la coinquilina di Grace, Amélie, che vediamo soprattutto quando la protagonista rientra a New York. A dir poco odiosi, invece Wade e Sondra, due membri del team avversario. Lui un egocentrico arrivista e lei una gatta morta meschina e vendicativa. Non nego che avrei voluto prenderla a sberle più volte nel corso della lettura e, a parer mio, Thomas è stato fin troppo cavalleresco di fronte al suo atteggiamento.
In conclusione, Specchietti, questo romanzo mi è piaciuto molto. È una storia piacevole, ben scritta, divertente ma anche capace di far riflettere. Ringrazio le autrici per avermi dato la possibilità di leggerla e assegno a Un coffee per due quattro specchi.
Alla prossima recensione!
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