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Recensione: "Dillo anche a me" di Melissa Pratelli

Trama 
Doveva essere una bella estate.
Rientrare a casa dopo il primo anno di college, rivedere gli amici, stare in famiglia… sembrava tutto perfetto.
Ma, per mia sfortuna, in città è tornato anche lui.
Malcolm Reed è sparito per mesi e ora che è qui ha deciso di invadere la mia vita in ogni modo possibile. Più cerco di evitarlo, più lui si fa spazio nelle mie giornate, nella mia testa… e anche nel mio cuore.
Quel ragazzo è il mio punto debole e io so che devo tenermi a distanza di sicurezza, perché se mi lasciassi andare di nuovo, ne uscirei a pezzi.

Tornare nella città in cui sono cresciuto non è mai stato così difficile. Non riesco ad affrontare i sensi colpa e tutto ciò che mi sono lasciato alle spalle quattro mesi fa, così come non riesco a pensare al mio futuro, a capire cosa desidero davvero.
In mezzo a tutto il casino che c'è nella mia testa, però, Susan è come una boccata d'aria fresca.
Rivederla è stato inaspettato, pensare di non farlo più sembra impossibile. Perché lei mi aiuta a tenere a bada le ombre che ho dentro e io credo di non poterne più fare a meno.
Ci sono libri che non si limitano a raccontare una storia: ti riportano indietro, ti accolgono, ti fanno sentire di nuovo a casa. "Dillo anche a me" è uno di quei libri. Non soltanto un romanzo, ma un ritorno al respiro, a quel battito che pensavi di aver perso da tempo. Melissa Pratelli ha il dono raro di intrecciare emozioni vere, autentiche, in una trama che vibra di dolcezza e dolore, di ferite e rinascite, di paure che diventano promesse.
Ritrovare Malcolm e Susan è come riaprire un diario che credevi chiuso. Ti basta una pagina e sei già dentro: nel profumo dell’estate, nei silenzi pieni di significato, in quella tensione sospesa tra ciò che è stato e ciò che potrebbe ancora essere. Lei, con la sua dolce testardaggine e il bisogno di proteggersi; lui, con le ombre che si porta dentro e quella voglia disperata di tornare a respirare. Due anime che si sfiorano, si feriscono, ma che — inevitabilmente — si riconoscono.
Melissa non scrive semplicemente una storia: la sente. Ogni parola è cucita con empatia, con la sensibilità di chi conosce la fragilità umana e non ha paura di mostrarla. Le sue pagine non giudicano, comprendono. Ci ricordano che l’amore non è perfetto, che a volte arriva nei momenti sbagliati, nelle forme più dolorose, ma proprio per questo diventa reale, necessario, vitale.
La sua scrittura ha quella naturalezza che ti disarma. Non è mai artificiosa: ti trascina piano, con grazia, finché non ti accorgi di avere il cuore pieno e un nodo alla gola. I tropes — second chance, forced proximity, emotional scars, small town, sport romance vibes — diventano qui più che semplici ingredienti narrativi. Sono strumenti che Melissa usa per costruire un viaggio di guarigione, un modo per ricordarci che ognuno di noi, a suo modo, è un cuore che cerca casa.
E casa, in questo libro, non è un luogo fisico. È una persona. È quella sensazione di poter finalmente smettere di trattenere il fiato. Di poterti lasciare cadere, perché qualcuno è lì, pronto a prenderti. Leggere "Dillo anche a me" è stato esattamente questo: smettere di trattenere il respiro. Lasciarsi attraversare dalle emozioni, riconoscersi nei difetti dei personaggi, nei loro sbagli, nei loro tentativi di ricominciare.
Ma oltre all’amore in questo romanzo troviamo un inno all’amicizia. Quell’amicizia che perdona, che sa aspettare, che rimette insieme i pezzi senza chiedere nulla in cambio. Quella che ti tende la mano quando tutto il resto crolla, che ti ricorda chi sei quando tu non lo sai più. È un sentimento potente e silenzioso, che vibra in ogni pagina e che, in fondo, diventa la vera colonna vertebrale della storia. È il tipo di legame che tutti meritiamo di trovare almeno una volta nella vita — un’amicizia che cura, che accoglie, che non se ne va quando le cose si complicano o, quando lo fa, sa chiedere scusa. 
Melissa riesce a rendere la vulnerabilità un atto di coraggio. Ti prende per mano e ti accompagna nel dolore, ma non ti lascia mai lì: ti mostra la strada verso la luce, verso la possibilità di essere felici nonostante tutto. E quando chiudi il libro, ti senti grata. Perché ti ha ricordato che anche quando la vita si incrina, c’è sempre qualcosa — o qualcuno — che può rimetterti in piedi.
"Dillo anche a me" è un romanzo che parla di seconde possibilità, ma anche di accettazione. Di quel coraggio quieto che serve per perdonarsi e per amare, ancora una volta, nonostante le cicatrici. È un racconto che tocca corde profonde e intime, che ti lascia addosso la sensazione di essere stata capita, vista, accolta.
Quando l’ho finito, mi sono resa conto che avevo il cuore pieno. Pieno di malinconia, di dolcezza, di vita. E ho capito che leggere questo libro è stato, per me, come tornare a respirare dopo tanto tempo, è stato come tornare a una versione di me più piccola, più spensierata e allo stesso tempo piena di paure e potere accogliere e rassicurare quella parte.
Riabbracciare James, Luna, Suse e Mal è qualcosa di meraviglioso, qualcosa che fa bene al cuore. 
Voto: Non esistono specchi per un romanzo così, solo emozioni che non trovano abbastanza parole per essere contenute.
Alla prossima,

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