Recensione: Per il Trono di Hannah Whitten
Salve, specchietti!
Oggi sono qui per parlarvi di Per
il trono, il secondo e ultimo volume della dilogia romantasy di
Hannah Whitten, edita, in Italia, da Mondadori.
Solmir è determinato a porre
fine alle Terre d’Ombra e crede che aiutare Neve possa essere la chiave per
distruggerle. Ma per ottenere il loro scopo, i due dovranno intraprendere un
viaggio attraverso un luogo pericoloso, fino a giungere al misterioso Albero
del Cuore, e reclamare infine per sé gli arcani poteri degli dèi.
Per il trono” era in assoluto uno dei libri che aspettavo di più quest’anno. Da quando ho finito di leggere “Per il lupo”, più di un anno fa (di cui trovate la mia recensione qui), la mia mente non faceva altro che correre a Red ed Eammon, ma soprattutto a Neve e Solmir, protagonisti di questo secondo volume.
Neve, come dicevamo, è la
protagonista della storia. Neve che nel primo romanzo ha cercato di salvare la
sorella dalle “grinfie” del lupo. Neve che ha accolto in sé la magia delle
Terre d’Ombra, diventando la regina delle Ombre. Neve che adesso si trova proprio
in quelle Terre d’Ombra, intrappolata in compagnia dell’unico uomo di cui non
vorrebbe fidarsi: Solmir.
Solmir che c’era stato presentato
come il cattivo della storia, ma che, invece, tanto cattivo non è. Lui e i suoi
occhi azzurri, unico tocco di colore in un mondo in bianco e nero e scale di
grigi. Solmir che ha rinunciato alla divinità per distruggere quegli stessi dèi
di cui egli stesso faceva parte. Solmir che ha perso la donna che amava in una
guerra in cui non sarebbe mai voluto entrare.
Neve avrebbe voluto pensare in termini netti, in bianco e nero. Potersi definire come cattiva sarebbe stato più facile di questa confusa zona grigia, in cui non sapeva se la giustizia fosse voler salvare un uomo che non lo meritava o cercare vendetta per una morte ingiusta. Eroi, cattivi e tutto ciò che c'era in mezzo, un prisma che cambiava colore a seconda dell'angolo con cui lo si guardava.
E, proprio come tutto il mondo in
cui vive, quelle scale di grigi colpiscono anche l’intera persona di Solmir,
consapevole di essere stato un cattivo, le cui mani si sono macchiate di azioni
terribili, ma desideroso di fare la cosa giusta, per una volta nella sua lunga
vita.
Neve e Solmir non sono gli unici protagonisti
di questo volume. Tornano anche Red ed Eammon, in un ruolo leggermente più
marginale, ma con delle scene che mi hanno fatto stringere il cuore. Sono divinità
adesso, parte del Wilderwood fino al midollo. O, meglio, il Wilderwood è parte
di loro. Ho adorato il loro rapporto che qui è quasi speculare rispetto a
quello del primo libro, con Red che stavolta è quella disposta a sacrificarsi ed
è Eammon quello a trattenerla.
«Cosa stai facendo? Cosa stai facendo, Red?»«La cosa più sensata. È così che le Terre d'ombra sono sempre state aperte prima. Sapevo che mi avresti fermato se te l'avessi detto.»«Certo che ti avrei fermato. Certo che ti avrei impedito di farti a pezzi senza motivo. Di fare la cosa più pericolosa in assoluto, quando non sai nemmeno se funzionerà.»«È mia sorella, Eammon.»«E tu sei mia moglie. Ti aspetti che me ne stia seduto a guardare mentre ti distruggi?»«È quello che tu ti aspettavi da me, no?»
E, a proposito di situazioni speculari,
una delle scene che ho apprezzato di più è, senza fare troppi spoiler, lo “scontro”
finale che riprende la battaglia al termine di “Per il lupo”, stravolgendone
del tutto la prospettiva.
Se nel primo volume le fiabe da
cui la storia prendeva ispirazione erano Cappuccetto Rosso, La bella e la
Bestia, Biancaneve e La regina delle nevi, qui possiamo sicuramente raggiungere
Alice nel paese delle meraviglie. Il mondo creato da Hannah Whitten, infatti,
già così particolare nel primo romanzo con questa foresta dalle proprietà
magiche e una propria volontà, fa un salto mortale presentando ai nostri occhi
le Terre d’Ombra, un luogo popolato da mostri e strane strutture come la foresta
capovolta o le montagne d’ossa. Perfino i cinque quattro Re sono
presentati in un modo che li rende quasi interessanti, benché si è
perfettamente consapevoli che si trattino dei cattivi della storia.
«Red, le Terre d'Ombra sono sbagliate. È un mondo alla rovescia, pieno di mostri terribili e di divinità anche peggiori. Pure se sapessimo come aprirlo, ora che il Wilderwood ha cambiato forma, non si può semplicemente entrare in una cosa del genere, non senza conseguenze terribili. È buio, contorto e deforma tutto quello che c'è dentro.»
Un altro punto che ho apprezzato
particolarmente è come è stato trattato il concetto di “amore”, quello che nelle
fiabe è solitamente considerato come la forza più potente di tutte, quella in
grado di fermare qualsiasi cosa. Nonostante si dia largo spazio, nella storia,
all’amore di coppia, quella scintilla così potente da cambiare gli equilibri tra
i mondi, in questo caso, è data dall’amore tra sorelle, Neve e red, che
sarebbero disposte a fare di tutto pur di proteggere la propria sorella, perfino
mettere in gioco la loro stessa vita.
«Non succederà.»«Come lo sai?»«Perché il vostro amore è corrisposto. Il mio e quello di Gaia non lo erano.»«Come fa a esserne sicuro?»«Voi due avete messo sottosopra mondi interi l'una per l'altra, Neverah. È difficile essere più corrisposti di così.»
Consiglio questa dilogia a tutti
gli amanti dei romantasy e dei retelling, a chi non ha paura di leggere qualcosa
fuori dall’ordinario ma che affonda le radici in storie che conosciamo molto
bene. A chi non vede il mondo in bianco e nero, che non divide in maniera netta
il buono e cattivo, ma che riesce a vedere tutte le sfumature tra i due estremi,
che giudica dalle azioni e non dalle etichette.
Assegno a “Per il trono” i miei 5 specchi e vi do appuntamento alla prossima,
-IronPrincess
Questo devo assolutamente recuperarlo 😍🫶🏻
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaI fantasy non è tra i miei generi preferiti, ma magari potrei provare con un romantasy, e poi io amo I retelling..darò una possibilità a questa dilogia.
RispondiEliminaBella cover e bellissima recensione.
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