Recensione: Detriti di Giuliana Leone
Trama
“Il controllo di noi stessi è ciò che ci rende dei bravi cittadini ed essere una brava cittadina è ciò che desidero di più.”
I Regolatori inibiscono le pulsioni e questo garantisce l’Ordine. Non assumerli è un reato. A Opima, molte cose lo sono. Anche guardarsi negli occhi. Ogni tanto, però, Evie si è concessa di trasgredire la regola. È per questo che si sente sbagliata, per tutte le volte in cui si è trovata costretta a farsi del male pur di nascondere la parte peggiore di sé.
Respira lenta, cammina piano, non oltrepassare la linea del collo con lo sguardo, cambia strada se si avvicina un uomo, notifica ogni spostamento. L’Ordine esige il controllo; eppure, un messaggio non autorizzato riesce a introdursi nelle case dei cittadini: c’è qualcosa oltre Opima, un luogo in cui le persone sono libere di scegliere, un luogo adesso in pericolo. Evie deve controllare le sue emozioni; a breve le verrà comunicato il suo punteggio e poi sarà assegnata alla sua Compagna, per formare un nuovo Nucleo. Ma il tarlo della curiosità è troppo insistente: cosa c’è lì fuori? Da dove arriva quel messaggio? Per quanto ci provi, non riesce a non notare alcuni comportamenti anomali dei cittadini: simboli, segnali, sguardi.
La guerra per la libertà non tollera l’indecisione, ma Evie è costretta a domandarsi se tutto ciò che ha conosciuto fino a quel giorno sia l’unica strada percorribile. Essere una brava cittadina può valere l’annientamento della propria umanità? O c’è qualcosa di più importante?
Come posso descrivervi qualcosa che sembrava parlare di me?
Come posso convincervi a leggere qualcosa che sembrava parlare a me?
Sono giunta a una conclusione, questa volta non devo convincere proprio nessuno. Devo solo parlare di questo romanzo, non come se fossi una blogger, ma una persona che racconta a un'altra cosa ha provato.
"Provare"... Un modo come un altro per dire che ho sentito un'emozione, ho sentito "qualcosa" e questo qualcosa è proprio ciò che Evie, la protagonista, sta cercando nella città in cui si trova, sotto un governo che "aiuta la gente a essere migliore", perché i sentimenti sono pericolosi, i sentimenti ci rendono bestie.
Così Giuliana Leone inizia la storia di Genevieve, a Opima, con un piccolo atto di ribellione, quello scontrarsi di occhi che è serveramente proibito e così la storia di Genevieve finisce... e inizia quella di Evie.
Lo stile della Leone è ipnotico. All'inizio oscilla piano come un pendolo che vuole attirare l'attenzione del lettore fino ad aumentare d'intensità parola dopo parola, pagina dopo pagina, finché non potrete fare altro se non continuare a leggere, per sapere, per avere la possibilità di "Sentire".
L'ambientazione è ben curata, tutte le descrizioni sono funzionali, non rallentano la lettura e, cosa che ho amato da morire, si percepisce con tutti i sensi. Sentirete la fame, la sete, il sapore della sabbia sulla lingua, ma anche il rumore delle pietre sotto i vostri piedi, il dolore che provocano le dita nella carne. Vedrete le strade, le persone, il grano che cresce e sentirete la risata della famiglia che vi siete scelti.
Perché è proprio questo il tema fondamentale del romanzo: la possibilità di scegliere.
La possibilità di vedere quando gli altri girano la testa.
La possibilità di amare qualcuno in tutte le sue forme.
I personaggi delineati da Giuliana convincono pienamente, ognuno caratterizzato per pregi e difetti e soprattutto per "l'umanità" che hanno scelto di non perdere.
I temi trattati sono molteplici, ma nessuno è messo lì tanto per fare scena. Si passa dall'autolesionismo alla disintossicazione, alla scelta di poter abortire e di quando questa scelta viene negata. Parla di oppressione, ma anche e soprattutto di speranza.
Come "Detriti" vi sentirete alla fine del libro, ma con la consapevolezza che anche dalle macerie può nascere una nuova città.
Come mi sono sentita?
Ho pianto. Ho sentito il mio cuore battere forte per la love story che per una volta e per fortuna, non è "la portata principale" del romanzo, ma solo "uno degli ingredienti".
Ho sentito le bombe esplodere intorno a me, ho aiutato dei bambini a tornare a casa e ho lasciato il mio cuore tra le macerie insieme a una gamba di legno che abbiamo soltanto sognato.
Ho avuto la mia rivoluzione... Una rivoluzione a metà.
Motivi per leggerlo:
- Una protagonista che affronta un percorso di crescita
- Found Family
- Slow Burn Love
- Edizione spettacolare come tutti i libri Lumien
Motivi per non leggerlo:
- No, non ci sono motivi!
Voto:
Alla prossima,
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