Blog Tour: Indomite in Cucina

Trama
Le eroine letterarie sono innumerevoli e ciascuna ha alle spalle una storia intensa dalla quale tutte noi possiamo trarre sempre qualche insegnamento, perché il loro cuore impavido è pieno di botte, lacrime, amore e felicità. Nelle loro case si respira sempre profumo di rivalsa. Nella loro cucina c’è sempre un ingrediente segreto in grado di tramutare tutto il grigio di una lunga giornata in festa. Dopo La cucina incantata, ricettario dei film del regista giapponese Hayao Miyazaki, Silvia Casini, Raffaella Fenoglio e Francesco Pasqua ci fanno sbirciare all’interno delle cucine di alcune eroine letterarie che hanno fatto proprio il concetto di libertà. Hermione Granger, Katniss Everdeen, Lisbeth Salander e tante altre.

Ho aspettato con tanta ansia questo volume, curiosa di provare le ricette proposte che sono varie, semplici e abbinate perfettamente ai personaggi che vogliono rappresentare. 
Questo manuale di cucina è diviso in tante piccole sezioni, ognuna dedicata a un'eroina letteraria della letteratura sia classica che contemporanea: Clara del Valle, Rossella O'Hara, Katniss Everdeen, Hermione Granger, Pippi Calzelunghe, Ko March, Lisbeth Salander, Jane Eyre, Kay Scarpetta, Idgie Threadgoode e Mary Poppins. 
Ogni eroina trattata è presentata con un estratto, una descrizione del romanzo da cui proviene e del personaggio stesso e dove poter vedere questo personaggio. Seguono poi le ricette con sopra riportati i testi originali in cui le ritroviamo. 
L'indice è davvero fatto bene, mi è stato facile trovare subito l'eroina che avevo scelto e poi successivamente decidere di volta in volta quale andare a sbirciare per future ricette (quindi continuate a seguirci). 
La cover è molto semplice ma di impatto, con un bel rosa e i disegni inchiostrati di alcune eroine trattate. 
Ringrazio la ce e gli autori per la copia e tutti i blog che hanno partecipato insieme a noi. Correte da loro per leggere gli approfondimenti che riguardano le altre "Indomite"! 

Ma quale eroina ho scelto io? E soprattutto, quale ricetta ho replicato?
Jo March - Piccole donne

"Non sarebbe buffo se tutti i castelli in aria che facciamo diventassero veri e noi potessimo viverci dentro?"

Quando avevo Otto anni ricordo che i miei genitori non pensavano minimamente che io potessi avere il bisogno di leggere, così io conservavo la mia paghetta settimanale e la usavo ogni volta che i rappresentanti dei libri venivano in classe, circa una volta ogni due mesi. 
Il primo mese ho comprato "La piccola Principessa", il mio primo libro serio, il primo libro libro della mia vita, ma il secondo mese ho preso, per la modica cifra di 2 euro e 50 centesimi, "Piccole Donne". 
Il volume che avevo preso aveva una copertina discutibile che rappresentava Amy, ma io non badavo molto alle cover ai tempi, così ho iniziato subito a leggere... 

"Natale non sarà Natale senza regali", borbottò Jo, stesa sul tappeto. "Che cosa tremenda esser poveri!", sospirò Meg, lanciando un'occhiata al suo vecchio vestito. "Non è giusto, secondo me, che certe ragazze abbiano un sacco di belle cose e altre nulla", aggiunse la piccola Amy, tirando su col naso con aria offesa."

Così, tra un compito di grammatica e qualche divisione, ho iniziato a divorare quello che è, a tutti gli effetti, il libro che mi ha fatto innamorare dei Libri. 
Sono cresciuta con Meg, Jo, Beth e Amy, mi sono innamorata di Laurie e ho pianto e riso con tutti loro. 
Jo però è il personaggio del mio cuore, la donna che volevo essere: testarda, sincera, intelligente, buona di cuore e assolutamente indomabile! La donna che non ha bisogno di un uomo per vivere, ma che alla fine sceglie il suo compagno non per sentirsi realizzata o per una questione economica, ma per puro e semplice amore.
Ammetto di aver scritto anche la mia prima fan-fiction dopo che Jo rifiuta Laurie, perché non mi stava bene la cosa... Con il senno di poi ho capito perché sceglie invece l'amore del professore. 
La Alcott ci ha regalato forse uno dei personaggi femminili più iconici di tutti i tempi. 
La ricetta che ho scelto è quella dei "Manicotti", qui chiamati Turnovers, che ammetto di aver sempre voluto provare! 

"Questi Turnovers erano un'istituzione e le ragazze li chiamavano, non avendone di pelliccia, manicotti, perché nelle mattine fredde trovavano, stringendo quei piccoli pasticci, un calore confortevole per le loro mani intrizzite. Hannah non scordava mai di prepararli, pur affaccendata o di cattivo umore che fosse. La strada da fare era infatti molto lunga e desolata e le povere ragazze, che non avevano altro per pranzo, erano raramente di ritorno a casa prima delle due."

Ho seguito la ricetta passo passo e sebbene non siano venute proprio delle mezze lune, sono stati una vera sorpresa in questa fredda domenica autunnale. 
Caldi, con un cuore di formaggio filante e con la cipolla delicata che sembra quasi sciogliersi in bocca. 
Sia io che mio marito ci siamo innamorati di questa favolosa ricetta e sicuramente la replicheremo! 
Se volete comprare il romanzo per trovare questa e tante altre ricette, lo trovate qui: 

Voto? 
Specchio Speciale


Alla prossima, 


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