Recensione: Let it Be di Alessia D'Ambrosio

 


Mi chiamo Nick Parker. Suono la batteria in una delle più grandi rock band degli ultimi dieci anni. O almeno, è quello che facevo prima che decidessero di sciogliere il gruppo.

Ho dei problemi. Troppi, per essere riassunti in una parola sola. Troppi, per essere sostenuti da una persona lucida.

Per i miei amici, per l'opinione pubblica e per la mia famiglia, sono solo un drogato senza speranze. E forse sì, hanno ragione. A me, del giudizio degli altri, non è mai fregato niente.

Ma quello che passa nella testolina di una pulce fastidiosa, invece, sì, mi interessa eccome.

Lei è la mia tentazione. È sbagliata per un miliardo di motivi, ma non ce la faccio. Non le resisto.

Come si fa a respingere un desiderio quando sai che ti farà stare incredibilmente bene?

 

"Non riesco a toglierlo. Non riesco a toglierti dalla mia testa. Sono tornato perché non riesco a mandarti via."

 

Mi chiamo Whisper Muge e ho quasi diciannove anni. Ancora diciotto, come sottolineano tutti. Sono piccola, sono una bambina. Sono una pulce. Eppure io non mi ci sento affatto.

Mi piace la musica e sono brava nell'arrangiamento. Ho un talento naturale e… una cotta enorme per il batterista dei Random Dudes.

Quando i sogni e i desideri non sono a portata di mano e sembrano inarrivabili, è facile rimanere con i piedi per terra. Ma quando te li ritrovi in carne e ossa a girare per casa, allora è tutta un'altra faccenda.

E io come dovrei fare ad allontanarmi da lui se me lo ritrovo sempre fra i piedi? Come faccio a respingere una tentazione se è tutto quello che voglio?

 

"Nick Parker non è l'uomo che posso avere al mio fianco, per tutta una serie di motivi. E io non sono la persona per lui. Siamo incompatibili, la malattia l'uno dell'altra. Insieme, siamo un suicidio."

 


Ciao Specchietti!

Oggi sono qui per parlarvi dell’ultimo libro letto “Leti t be” di Alessia D’Ambrosio music romance autoconclusivo spin off di “Don’t let me down”.

Che dire, ho iniziato questo romanzo con il blocco del lettore e devo dire che Nick Parker e Whisper Muge mi hanno ridato la carica per tornare a leggere a pieno ritmo.

Dopo Adam, il frontman dei Random Dudes, Alessia ci racconta la storia di Nick Parker, il batterista, il più giovane del gruppo, impegnato in una battaglia senza fine con se stesso, il suo passato, i suoi sensi di colpa e il futuro che si prospetta breve e cupo.

Proprio a casa del suo migliore amico Adam, Nick ha modo di frequentare e di entrare più in contatto con Whisper, la figlia di Didi (ve la ricordate?)

Whisper, la dolce e innocente Whisper. Ribelle, con il tipico atteggiamento oppositivo nei confronti dei genitori di chi ha appena messo un piede fuori dall’adolescenza e si sente già adulto. Proprio quella ragazzina con il poster di Ziki in cameretta e che sogna, come tante, di avere una storia con il bello e dannato Nick Parker.

«Che cosa stai cercando di dirmi?». 

«Solo che una pulce, a volte, può salvarti la vita».

 Ci sono troppi no che gridano davanti a questa crush impossibile.

La differenza d’età, il passato e il presente di Nick, l’incompatibilità dei due… potrei stare ore qui a scrivere un elenco. Eppure, niente. Questi due testoni non riescono a stare lontani. Si fanno male, si amano alla follia, tornano a odiarsi.

E il lettore insieme a loro.

Insomma, angst a palate.

Sono finita in un vortice che ha il sapore di quelli amori struggenti, malati, totalizzanti che accompagnano da sempre la storia del rock, dove la musica diventa l’unico appiglio per rimanere aggrappati a una vita sì, di successo, ma anche di confusione, caos, dolore e morte.

 «Tu sei Nick Parker», insiste lui tranquillo. «Sei come sei, nel bene e nel male. Ma è evidente che nelle trappole che ti sei creato da solo non stai più bene. Allora io ti dico: abbattile, cazzo. Butta giù i muri e lascia entrare la quiete. Abbassa il volume e ascolta quello che vuoi davvero». «Non posso». «Perché no?». «Perché ho paura che l'unica cosa che voglio e che possa salvarmi, sia anche l'unica che non posso proprio avere».

Nick è un personaggio controverso, pieno di sfumature. Roba che l’attimo prima vorresti sposarlo e quello subito dopo gli vorresti dare una randellata in testa. (Per chi non è di Roma: randellata sta per bastonata). Ti fa innamorare, ti distrugge, ti fa rinascere e ti annienta.

 Il suo bellissimo sorriso e quegli occhi scuri accanto al mio nome. È un accordo dissonante. È stonato, sbagliato. Impossibile.

In Whisper ho ritrovato la me giovane, quella con i poster attaccati in cameretta, quella sempre in rotta con la madre, che voleva mordere il freno per diventare grande, essere indipendente. Ho adorato questa giovane donna determinata nonostante le sue stesse fragilità, decisa a seguire la sua strada, pronta a rinascere anche quando tutto sembra crollarle addosso.

Ho adorato e odiato profondamente questa storia che mi ha tenuta attaccata al kindle circa nove ore, che mi ha spezzato il fiato che mi ha ribaltato lo stomaco in senso buono e in senso cattivo.

Perché ormai lo so pure io: Alessia è sadica con i suoi personaggi.

 

Lo stile incalzante e asciutto è perfetto per il ritmo sostenuto della trama che ti travolge senza chiederti il permesso, che ti tiene sveglia la notte, che ti ronza in testa anche a romanzo terminato.

Che dirvi?

Li ho amati. Forse più di Adam e Didi, perché questi due sono proprio fuori di testa.

Ho amato i momenti più spirituali di Nick – quei capitoli mi hanno proprio spaccato in due – ho amato i rimandi a un’epoca musicale nel quale sono ancora imprigionata (e, per cortesia, buttate la chiave).

Grazie Alessia per questa storia.

Ora mi ci vorrà una mesata per riprendermi, ma grazie.

 

5 Specchi per Leti t be e scusate per la recensione sclero!

 


 

A presto,

la vostra Mil Palabras




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