Recensione "I tre moschettieri" by Alexandre Dumas


Tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo sentito parlare de I tre moschettieri, uno dei capolavori di Alexandre Dumas. Le riproposte di quest'opera, cartacee, cinematografiche e televisive, fioccano dall'alba dei tempi fino a oggi. Il romanzo francese d'appendice, originariamente pubblicato a puntate su un giornale, è il primo di una trilogia che comprende Vent'anni dopo e Il visconte di Bragelonne, ed è uno dei romanzi più famosi e tradotti della letteratura francese. Venne scritto dal drammaturgo e romanziere Dumas, in collaborazione con lo scrittore e drammaturgo Auguste Maquet, nel 1844, ed è grandioso vedere come sia tutt'ora un'opera che ha ancora tanto da dire.

La storia, infondo, la conosciamo un po' tutti. Ambientato nei primi anni del 1600, il libro racconta le vicende dei tre moschettieri (guardie del re) Athos, Aramis e Porthos, e del giovane guascone d'Artagnan. Solo che le loro non sono semplici avventure da soldati. In una Parigi formalmente unita ma in realtà divisa tra Luigi XIII e il Cardinale Richelieu, i quattro protagonisti si troveranno ben presto coinvolti tra intrighi di corte e complotti internazionali. E mentre scopriranno che vita privata e politica non sono poi così distanti e divise, dovranno affrontare demoni del passato e un presente ancor più torbido. Insieme; perché niente è più forte della vera e sincera amicizia.

Decidere di leggere un classico non è mai come iniziare a sfogliare una nuova uscita ancora fresca di stampa. È una scelta più complessa, quasi sofferta, a volte. Se da un lato ci si sente quasi obbligati a dedicare tempo e attenzione a una grande opera letteraria che fa parte della nostra cultura (e diciamocelo, a nessuno piace fare la parte dell'ignorante), dall'altro è capitato a tutti, almeno una volta, di chiedersi se valesse davvero la pena di leggere un libro vecchio, lontano secoli e secoli da noi, e che magari neanche rispecchia più la nostra realtà. Un po' come sentire il nonno raccontare per l'ennesima volta la sua giovinezza: interessante, per carità, ma ormai i tempi sono cambiati. E allora chiediamocelo anche questa volta: perché noi, oggi, dovremmo ancora leggerci I tre moschettieri e non limitarci unicamente a leggerci trama e curiosità varie su Wikipedia?
Il primo motivo, a cui il mio cuore dà la precedenza, è la scrittura. Ho letto anni fa Il conte di Montecristo e sapevo cosa aspettarmi; eppure Dumas è riuscito ancora una volta a stupirmi con la sua delicatezza, forza, poesia e meraviglia. E che importa se i modi di scrivere sono cambiati, c'è sempre da imparare dal vivere sulla propria pelle una buona scrittura; e la bellezza, ammirata in ogni sua forma, sa sempre arricchire l'anima, rendendola più leggera. Commuoversi davanti alla descrizione dei raggi del tramonto che incendiano il cielo è un modo per vivere l'arte, elevarsi, E cosa importa se quelle righe sono state scritte quasi duecento anni fa?
Ma non è solo questo. Cambiano i secoli, ma in fondo l'uomo e il mondo restano sempre gli stessi. Così se Dumas fa un lavoro minuziosissimo per rendere trama, personaggi e ambientazioni, oltre che complessi, ben strutturati e coerenti, in linea con il tempo in cui ambienta il suo romanzo (tanto che la sua opera offre uno spaccato quasi perfetto della società, dei valori e degli stili di vita del 1600); allo stesso tempo il libro è anche una rappresentazione del mondo odierno. Vi si ritrovano facilmente comportamenti, caratteri, sentimenti e quant'altro, tipici perfino dei giorni nostri. È la meravigliosa magia dei classici del mostrarci il presente parlando dal passato.
Infine ci sono sempre loro, parte integrante del tesoro che riesce a donarci un buon libro: esperienze ed emozioni. Leggere I tre moschettieri di Dumas oggi è un'ottima idea, perché le sue pagine sono ancora in grado di insegnarci, emozionaci, farci crescere, commuovere, ridere, riflettere, estasiarci, e molto altro ancora. Renderci lettori e umani migliori. E solo gli sciocchi perderebbero questa occasione.
Buona lettura!





Commenti

  1. Ciao! Ho visto tante, tante versioni de "I tre moschettieri", ma non ho mai letto l'originale! è sulla mia to-do list :-)

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    1. Ciao Silvia! (:
      Sono stati nella mia to-do list per una vita, e poi mi sono detta "che cavolo, li ho visti e letti in tutte le versioni, è ora di darsi all'originale!" (;
      E ovviamente è un po' diverso da quello che ci sia aspetta vedendo le altre versioni, ma credo ne valga davvero la pena ^-^
      Fammi sapere quando lo inizierai! (;
      - moony

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  2. Complimenti per questa bella recensione. Non ho letto I tre Moschettieri, vengo dalla lettura di Il conte di Montecristo di Dumas. Condivido le vostre parole, Dumas era incredibilmente bravo nell'ambientazione storica, nella creazione dei personaggi e nell'indagare il loro animo. Ci sono tanti buoni motivi per leggerlo anche oggi!

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    1. Grazie mille :D
      Anche per me il primo approccio con Dumas è stato con "Il conte di Montecristo"... che dire, è stato amore a prima pagina! Tutti meriterebbero di leggere qualcosa di suo (:
      - moony

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