Recensione: Il club delle seconde occasioni di Dana Reinhardt
TRAMA
Cosa c’è di peggio che essere scaricati di punto in bianco dalla ragazza che si ama disperatamente? Niente, River Dean ne è convinto al cento per cento. Perché è proprio quello che gli è capitato in un inaspettato pomeriggio di fine primavera: Penny l’ha mollato, senza una parola, una spiegazione. E senza nemmeno un passaggio a casa. Se n’è andata, lasciandolo da solo, a piedi, dall’altra parte di Los Angeles. River si mette quindi in cammino, deciso ad autocommiserarsi per il resto dei propri giorni. Finché un’insegna richiama la sua attenzione. Un’insegna che promette una Seconda Occasione a chiunque abbia il coraggio di mettersi in gioco. L’insegna di un gruppo di supporto per ragazzi problematici. Senza pensarci due volte, River si unisce al club. È pronto a tutto pur di guadagnarsi la sua seconda occasione. Anche a mentire spudoratamente e a innamorarsi, di nuovo.
Pieno di equivoci esilaranti e personaggi irresistibili, Il Club delle Seconde Occasioni è un vero e proprio caso editoriale: acclamato dalla critica ancor prima della pubblicazione negli Stati Uniti, diventerà un film per Paramount Pictures. Un romanzo che vi farà piangere, ridere e riflettere. Ma soprattutto che vi rimarrà nel cuore per molto, molto tempo.
-wonderful fragment°
Ma quello non era un finale.
E non era perfetto.
Era molto meglio...sapeva di felicità.
Una storia, una seconda occasione. Per rimediare ad un errore, per buttar fuori quelle parole che non siamo riusciti ad esprimere, per dare quel bacio mancato che ti logora l'anima...insomma, a tutti è capitato almeno una volta (o più) di desiderare di tornare indietro nel tempo e di avere una seconda occasione.
Non sono riuscita ad inquadrare bene il romanzo fino alla fine. L'ho letto in poche ore e in queste poche ore mi sono catapultata nella storia di River Dean Marks, nei suoi problemi e nei suoi sentimenti. Il finale mi ha lasciata un po' sconcertata, tutti si aspettano forse un bacio e una fine da favola. E il fatto che sia stato completamente diverso mi ha divertita un sacco. Fino alla fine non si sa se River avrà la sua seconda occasione o no, ed io non ve lo svelerò. Se siete curiosi, correte a leggerlo!
Il mio voto è quattro specchi, a mio parere manca quel piccolo gradino in più che il mancato approfondimento di certi personaggi.
La mia seconda occasione: un tasto difficile per molti di noi. A soli vent'anni è complicato dire realmente cosa si rimpiange, ma in credo di avere le idee molto chiare. Un mio grande rimpianto è non aver seguito il mio istinto quando ce n'era l'occasione, ho scelto di rimanere dove sono per una persona che non ricambia il mio sacrificio e vorrei davvero poter tornare nel passato (si sa, è impossibile), prendere e partire per inseguire il mio sogno.
Il mio voto è quattro specchi, a mio parere manca quel piccolo gradino in più che il mancato approfondimento di certi personaggi.
La mia seconda occasione: un tasto difficile per molti di noi. A soli vent'anni è complicato dire realmente cosa si rimpiange, ma in credo di avere le idee molto chiare. Un mio grande rimpianto è non aver seguito il mio istinto quando ce n'era l'occasione, ho scelto di rimanere dove sono per una persona che non ricambia il mio sacrificio e vorrei davvero poter tornare nel passato (si sa, è impossibile), prendere e partire per inseguire il mio sogno.
Lost Inside My Universe
Qui: è il luogo a cui appartieni.
Questo: è il posto dove inizia il cambiamento.
Ora: è il momento. Entra.
Penny, Penny, Penny. La vita di River gira attorno a lei, la sua ragazza, il suo primo amore, ma cosa accade se viene a mancare il punto di riferimento, tanto osannato, posto su un piedistallo?
River precipita in un mare di strade, nel quale a mala pena sa orientarsi. Dove un miglio acquista un nuovo significato, soprattutto se bisogna raggiungerlo a piedi. E qui, con una scintillante insegna, si manifesta il club delle seconde occasione, qualcosa di cui il protagonista sente assolutamente il bisogno, a causa del suo cuore in frantumi. Lo fa per Penny, a causa delle parole che ha usato per scaricarlo, ma in realtà lo fa per se stesso. Perché River deve crescere, perché anche se non lo sa è bloccato, a quando aveva quindici anni. Ha permesso che Penny divenisse il suo tutto, escludendo le amicizie secolari, che l'avevano aiutato nei momenti di difficoltà e arrivando a mettere in secondo piano persino la sua famiglia.
Inizialmente River mi ricordava il protagonista del libro Fight Club, unicamente per il fatto che anche lui partecipava a gruppi di sostegno del genere, traendone beneficio, ingannando il prossimo, ma mantenendo sempre l'anonimato, cosa che River non fa.
Quindi preparatevi a incomprensioni, nuove amicizie e chissà che non ci sia posto anche per un nuovo amore... e una seconda occasione per tornare a vivere, per davvero.
Voto 3 specchi.
Voto 3 specchi.
«Ma cosa devo fare? Non so che fare.»
Mi appoggiò la mano sulla testa, accarezzandomi in modo da farmi capire che alla fine si sarebbe sistemato tutto fra noi. E anche con tutti gli altri, speravo.
«Quello che devi fare, River, è crescere.»
Sono due i motivi per cui, tra tutte le citazioni belle e piene di significato del libro, ho scelto proprio questa. Innanzi tutto l'ironia, una delle costanti della narrazione che mi ha fatto innamorare del romanzo: non importa quanto bui potessero essere alcuni momenti della storia, l'autrice era sempre pronta a farmi ridere a crepapelle, senza mai risultare inopportuna.
Successivamente la crescita. River è un quasi diciottenne totalmente dipendente dagli altri e incapace di prendere in mano la sua vita o anche solo assumersi le proprie responsabilità. Ed è vero che la sua esistenza è stata difficile su certi aspetti, ma mi è piaciuto da impazzire come l'autrice ha reso protagonista una persona così immatura, sottolineando (senza mai essere crudele o ingiusta) le sue mancanze e dando ai suoi dolori il giusto peso: importante, sì, ma ricordando che su altri aspetti River è stato comunque più fortunato di alcuni suoi coetanei. E nonostante sia riuscita a spezzarmi il cuore, non posso che adorare la Reinhardt per il finale che ha scelto per il suo romanzo: non un vissero felici e contenti tutto rose e fiori come nelle favole o i film un po' troppo sdolcinati, ma una seconda occasione, il migliore dei regali, che ricorda come anche le cose più belle vanno conquistate con fiducia, fatica, dolore e... speranza.
Voto: 4 specchi
La mia seconda occasione: Grandi, piccoli, brutti e belli...per quanto diversi possiamo essere, c'è una cosa che ci accomunerà sempre tutti: il desiderio di tornare indietro e cambiare qualcosa. Così, per quanto sia poco originale, il mio rimpianto più grande è aver perso tempo rifiutandomi di vivere davvero, chiusa in me stessa, nelle mie insicurezze, paure e debolezze, cestinando tutti quei momenti preziosi che mi erano stati donati. Sappiamo tutti che tornare indietro è ormai impossibile; ma c'è una cosa che ho imparato e che posso fare: vivere ora ogni giorno come fosse la mia seconda occasione.
-Iris-
Ho da poco terminato Il club delle seconde occasioni, che dire, il mio
giudizio purtroppo non è affatto positivo. L’ho trovato un libro apposto,
scorrevole, e di facile lettura, però assolutamente troppo semplice.
Ma andiamo per punti, la trama l’ho trovata piuttosto banale e
scontata, e il finale a grandi linee prevedibile già verso la metà del libro. Inoltre
a mio parere mancano le descrizioni, e questo aspetto rende piuttosto scarno
anche il racconto che procede soltanto come narrazione di eventi.
I personaggi non sono molto approfonditi, vi sono brevi accenni all’aspetto
esteriore, e vengono riportati anche i pensieri, ma tutto viene svolto in un
modo che mi è sembrato molto superficiale. Solitamente nel leggere un libro mi
affeziono sempre ai personaggi, almeno a qualcuno di loro, mentre con questa
lettura non ci sono riuscita.
Mi dispiace esprimermi in questo modo di un libro, perché in
fondo credo che il mio giudizio sia solo un misero punto di vista di una
lettrice che preferisce un altro stile di scrittura ed un altro genere di trama.
Oppure no, la trama tutto sommato è ok, solo che mi sarebbe piaciuto se fosse
stata sviluppata in modo più elaborato, se avesse suscitato più suspense per
intenderci.
Insomma, idea carina, ma non mi è affatto piaciuto come è
stata svolta. Che dire? Ho letto libri dove succedevano la metà delle cose
successe in questa storia, ma che nonostante ciò hanno mantenuto viva la mia
attenzione dall’inizio alla fine. È questione di gusti, ed è una fortuna che
non per tutti siano gli stessi!
Nel libro il protagonista, River Dean, dopo essere stato
mollato dalla ragazza, si ritrova in una crisi totale, che lo porta, per puro
caso, ad avvicinarsi al Club delle
seconde occasioni, una sorta centro di recupero per persone affette da
dipendenze. River si inventerà una dipendenza dalla droga in realtà
inesistente, che porterà una serie di equivoci che lo catapulteranno in
situazioni alquanto complicate.
Ma River avrà la sua seconda occasione, gli basterà
riflettere, crescere, decidere, e riprendere in mano la sua vita.
voto: 1 specchio.
La mia seconda occasione: Ho pensato molto a cosa dire
a proposito di una mia seconda occasione. E non mi viene in mente altro che
quella per la quale ora sono qui a scrivere di un libro purtroppo non molto
apprezzato. Avrei preferito parlare di questa cose a seguito di una recensione
più carina di quella qui sopra (le recensioni negative appaiono sempre
antipatiche!). Credo di averla avuta una preziosa seconda occasione, anzi ne
sono convinta. Ho convissuto per molto tempo con una malattia ai polmoni, che
mi ha piano piano allontanato da quelle che erano le mie abitudini e le mie
scelte, e mi sono ritrovata a perdere piano piano, sempre di più. Poi, mi è
arrivato quel dono così gradito, una seconda possibilità. Quell’operazione che mi
ha permesso di ricominciare con una consapevolezza nuova. Con la consapevolezza
di dover essere grata per ogni giorno passato in questa vita, accanto alla mia
famiglia, alle persone care. E se prima rinunciavo a fare qualcosa con
leggerezza, se prima mi perdevo compleanni, passeggiate, viaggi, serate con gli
amici, perché magari dovevo studiare, perché il dovere veniva sempre per primo,
ora no. Ora voglio vivere ogni secondo delle mie giornate fino in fondo,
scegliere di rinunciare a meno cose possibili, e cercare di non crucciarmi
troppo per cose che non ne valgono, tipo gli esami, i voti, il lavoro. Certo sono
cose importanti, e mi interessa portare avanti al meglio anche i miei impegni,
ma bisogna avere equilibrio come in tutte le cose, e non lasciare che il dovere
superi valori che sono più importanti.
Questo è ciò che mi ha fatto capire la mia seconda
occasione.
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