Salve, specchietti!
Rieccomi
a voi dopo un lungo periodo di assenza. Vi sono mancata?
Nelle
prossime settimane recupereremo un po’ di recensioni su alcuni prodotti
cinematografici e televisivi.
Iniziamo
oggi da un film ancora presente nelle sale cinematografiche. Per una volta non parliamo
né di Marvel né di Disney… ma di qualcosa da cui Disney dovrebbe prendere
esempio.
Bando
alle chiacchiere, vi presento il live-action di Dragon Trainer.
Dal
tre volte candidato all’Oscar e vincitore del Golden Globe Dean DeBlois, il
visionario creativo dietro l’acclamata trilogia animata di DreamWorks Dragon
Trainer, arriva una straordinaria reinterpretazione live-action del film che ha
dato inizio alla saga amata in tutto il mondo.
Sulla
selvaggia isola di Berk, dove vichinghi e draghi sono stati acerrimi nemici per
generazioni, Hiccup (Mason Thames) è diverso dagli altri. Figlio geniale ma
sottovalutato dal capo Stoick l’Immenso (Gerard Butler), Hiccup sfida secoli di
tradizione stringendo un’insolita amicizia con Sdentato, un temibile drago
Furia Buia. Questo legame inaspettato rivela la vera natura dei draghi, mettendo
in discussione le fondamenta stesse della società vichinga.
Con
al suo fianco la determinata e coraggiosa Astrid (Nico Parker) e l’eccentrico
fabbro del villaggio Skaracchio (Nick Frost), Hiccup affronta un mondo diviso
dalla paura e dall’incomprensione.
Quando
una minaccia antica riemerge, mettendo in pericolo sia i vichinghi che i
draghi, l’amicizia tra Hiccup e Sdentato diventa la chiave per forgiare un
nuovo futuro. Insieme, dovranno navigare un delicato percorso verso la pace,
spingendosi oltre i confini dei loro mondi e ridefinendo cosa significa essere
un eroe e un leader.
Se
dovessimo riassumere questo film in una frase, questa sarebbe “Disney, guarda e
impara”. Mentre, infatti, la casa di Topolino negli anni ha tentato di produrre
numerosi live-action dei suoi famosi classici, alternando tra pellicole
estremamente fedeli all’originale e pellicole che, invece, rivoluzionano il
materiale di partenza, con rari esempi di un equilibrio tra i due estremi (è,
ad esempio, il caso di “Aladdin”), dall’altra parte Universal Pictures e
DreamWorks indovinano la formula giusta al primo colpo. (D’altronde, la
Dreamworks stessa è nata come risposta alla Disney).
Purtroppo,
sono passati un bel po’ di anni dall’ultima volta in cui ho visto la versione
animata di “Dragon Trainer”, perciò non ricordo esattamente i vari dettagli e
non posso essere sicura che questi non siano stati modificati. Nel complesso,
però, la pellicola mi è sembrata abbastanza fedele, riportando la trama, i personaggi
e, soprattutto, lo spirito del primo fortunato film del 2010.
Se
proprio vogliamo trovare dei difetti, essi possono essere individuati nel casting
del film, specialmente per quanto riguarda i personaggi secondari. Passi la
decisione di cambiare la fisionomia di alcuni dei ragazzi (anche se non riesco
a capire per quale motivo abbiano raffigurato i gemelli Testaditufo e
Testabruta così diversi tra loro), ma quello che più mi ha fatto storcere il
naso è stato vedere i vichinghi di diverse etnie. Certo, viene data una mezza
giustificazione, dicendo che si sono riuniti i popoli da ogni parte del mondo pur
di dare la caccia ai draghi, ma i vichinghi con la pelle nera e gli occhi a
mandorla restano difficili da digerire.
Nonostante
ciò, ho comunque apprezzato la scelta di Nico Parker come Astrid. Al di là dell’aspetto
fisico diverso dall’Astrid originale (ma neanche tanto), ciò che Nico Parker ha
saputo più incarnare è l’anima del personaggio. Tosta, una vera vichinga, ma
anche la prima a dare fiducia a Hiccup e a Sdentato.
E a
proposito di gente tosta… Gerald Butler è a dir poco meraviglioso nei panni
Stoick (a cui, tra l’altro, aveva già prestato la voce nella versione animata).
È talmente ben calato nella parte che ho quasi fatto fatica a riconoscerlo.
La
scena, però, viene totalmente dominata da Mason Thames nei panni di Hiccup. Non
avevo mai visto questo giovane attore, ma devo dire che la sua interpretazione
mi ha letteralmente calamitata. Spero di rivederlo presto in qualche altro
prodotto.
Ho
lasciato la parte migliore per la fine. Parliamo di loro, le vere star del film:
i draghi! Talmente belli e ben fatti da sembrare reali e, allo stesso tempo,
incredibilmente fedeli alla controparte animata. Mi è bastato vedere Sdentato nel
primo trailer per emozionarmi e gli altri non sono di certo da meno.
Chi
ha lavorato agli effetti visivi, d’altronde, sembra sapere perfettamente il
fatto suo. Le ambientazioni tolgono il fiato, specialmente durante le sequenze
di volo, il nido dei draghi sembra talmente reale da poterlo toccare. Credevo
che avessero dei modelli sul set, almeno come reference, ma ho visto alcuni
video dal backstage nella scena della battaglia finale e Nico Parker stava
praticamente lottando contro il nulla. Quindi un ottimo lavoro anche da parte
degli attori oltre che dagli addetti agli effetti visivi.
Non mi
soffermo sulla storia perché, appunto, è identica a quella della versione
animata. Dico solo che, pur sapendo ciò che sarebbe successo a Hiccup, sono
stata con il fiato sospeso fino alla fine, momento in cui mi sono ritrovata in
lacrime.
Insomma,
“Dragon Trainer” è senza alcun dubbio uno dei migliori live-action degli ultimi
anni, l’esempio palese che esiste un modo per creare una nuova versione della
stessa storia senza snaturarla e continuando a far emozionare il pubblico in sala.
Per
questo assegno alla pellicola i miei cinque specchi.
Alla
prossima,
-IronPrincess
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