Recensione: Binding 13 e Keeping 13 di Chloe Walsh - Boys of Tommen vol.1 e 2

 


Buon pomeriggio Specchietti!

Torno dopo molto tempo su questi schermi per parlarvi dei primi due volumi di una serie che è diventata la mia ossessione. Sono ufficialmente entrata nella mia Boys of Tommer era - e finalmente direte voi - perché, in effetti, questi romanzi sono usciti da un po'. Ma meglio tardi che mai, giusto?

E allora cominciamo con la trama (vi lascio solo quella del primo volume per non fare spoiler).

TRAMA

Johnny Kavanagh è una promessa del rugby: nato per brillare sul campo, è una forza della natura, nulla può far vacillare le sue certezze, distrarlo dalla sua scalata verso il successo. Nulla, tranne il tiro sbagliato che farà scontrare il suo mondo con quello della nuova arrivata al Tommen College, la misteriosa e complicata Shannon Lynch. Chi è davvero quella ragazza dagli occhi tristi che tenta con tutta se stessa di essere invisibile?
Per Shannon la vita non è mai stata facile, né a scuola né a casa. Al Tommen spera di ricominciare da zero, ma non è semplice liberarsi di un passato tanto oscuro, dei demoni che la tormentano da sempre. Finché non viene presa alla sprovvista da un incontro capace di scuotere le mura che con tanta fatica ha alzato attorno a sé. Negli occhi di Johnny riconosce subito un'inquietudine simile alla sua, e non può fare a meno di venirne catturata. Tra violenza, passione, rabbia e segreti impronunciabili, entra in campo un'attrazione che non conosce regole, che rischia di sconvolgere irreversibilmente il match delle loro vite.


Come ve li spiego questi libri?
Come ve la spiego questa serie?

Sono sicura che le mie parole non sapranno trasmettere neanche un millesimo delle emozioni e del coinvolgimento che questo mondo e i suoi personaggi riescono a trasmettere. Farò del mio meglio per cercare di fare un discorso coerente, ma è probabile che a un certo punto questa recensione diventi solo uno sclero generale, vi chiedo perdono in anticipo.

I protagonisti di questi primi due volumi sono Shannon Lynch e Johnny Kavanagh, sì, avete capito bene, due romanzi di quasi novecento pagine sulla stessa coppia. Un po’ troppo? No, credetemi, perché nel loro mondo c’è talmente tanto di cui parlare, che lo spazio che gli è stato dato è appena sufficiente.

Shannon ha quindici anni all’inizio della storia, è una ragazza timida, spaventata, vittima di bullismo da sempre, con una situazione familiare violenta e disastrosa e la costante necessità di rendersi invisibile. Si trova catapultata in una scuola privata, il Tommen College, nella speranza che la sua esperienza lì sia meno dolorosa rispetto alla scuola precedente. Anche se il suo proposito è quello di mantenere un basso profilo, però, quando la sua testa si scontra letteralmente con un pallone da rugby, tutto il suo mondo inizia a capovolgersi. Perché entra in scena lui, Johnny Kavanagh. Stella nascente del rugby, allievo dell’accademia che prepara i futuri campioni della nazionale irlandese. Bello, dolce, gentile e così lontano da ciò che Shannon conosce da spaventarla.
Se la palla di Johnny colpisce in testa Shannon, quella ragazza fragile e dagli occhi azzurri colpisce il cuore di Johnny come una cannonata sin dal primo momento. Lui ci prova a tenersi a distanza, perché lei è più giovane (ben due anni di differenza, Kav, falla finita), perché lui in estate partirà per giocare a rugby e perché la sua vita è scandita da un ritmo serrato e ruota attorno al suo sogno più grande, diventare un professionista.
Eppure, resistere non è così facile, perché il senso di protezione e i numerosi misteri che Shan cela a tutti non fanno altro che attirarlo a lei, come se le loro anime fossero legate a doppio filo.

"E chi è questa ragazza?"  

"È un fiume. Mi fa sentire... mi fa impazzire il cuore." 

"Davvero?"

"Tantissimo, papà. Boom, boom, boom. In continuazione."

Non mi dilungo sugli eventi che accadono all’interno del romanzo, altrimenti farei spoiler e soprattutto scriverei una recensione di cento pagine.

Voglio concentrarmi invece sui personaggi, sul modo magistrale in cui sono stati tratteggiati, su quanto siano reali nelle loro imperfezioni, nel modo in cui si muovono e parlano in un contesto che l’autrice dipinge alla perfezione in ogni sfaccettatura. E allora noi camminiamo con loro lungo corridoi del Tommen, saliamo in auto insieme a loro, entriamo dentro la casa degli orrori assieme a Shan e sentiamo sulla pelle tutta la paura, il dolore, il senso di disfatta che la accompagna ogni giorno. Ma, allo stesso modo, iniziamo con lei a sentirci importanti e più forti, a lottare per i nostri bisogni, a rialzarci un po' più forti ogni volta che cadiamo.

Shannon è un’eroina silenziosa e resiliente. La sua vita è costellata di orrori, eppure lei va avanti, in un modo o nell'altro e sebbene a volte lo sconforto e il dolore prendano il sopravvento, Shan non demorde, tiene duro. È pronta a vivere.

Mi era impossibile lasciarlo andare. Ero spaventata, insicura e dolorante. Di una cosa sola ero certa: mi fidavo ciecamente di Johnny Kavanagh.

Assieme a lei, conosciamo gli altri fratelli Lynch: Joey, il maggiore, quello che si prende cura di tutti e che ha cresciuto i fratelli più piccoli come se fossero figli suoi, Tadhg il piantagrane di undici anni, Ollie il dolcissimo ottenne dalla fluente parlantina e Sean il più piccolo di appena tre anni. Creature meravigliose segnate da una vita orribile e imprigionati in una casa in cui accadono cose tremende.
Purtroppo siamo costretti a fare la conoscenza anche dei loro genitori, Teddy Lynch, il padre violento e alcolizzato e Marie, una madre troppo debole e sottomessa per prendere una decisione giusta per i suoi figli.
Credo di poter affermare che Teddy Lynch sia il personaggio peggiore di cui abbia mai letto. Ho odiato ogni istante in cui era presente, ogni sua parola e gesto. Non penso di aver mai provato così tanta furia omicida verso qualcuno (e contate che è un personaggio inventato). Sulla madre non mi esprimo, ne parlerò meglio nella recensione di Saving 6 e Redeeming 6, i libri successivi della serie.

Di contro, Johnny viene da una famiglia splendida, con due genitori che si amano e lo amano ed è per questo che lui è il golden boy più golden che esista. È un ragazzo serio, maturo, focalizzato, ma anche pieno di passione, coraggio e umiltà. Farà di tutto per proteggere Shan e i suoi fratelli, dimostrando un amore che va al di là di ogni cosa.

"Se questo è amore, allora sei tu."

"Eh?" 

"Tu. Tu sei amore. Resta con me."

Attorno ai due protagonisti si muovono altri personaggi che impariamo ad amare con lo scorrere delle pagine, in primis Gibsie, il migliore amico di Johnny, un colosso biondo che mostra a tutti il lato sciocco e pazzo di sé, per nascondere le profonde cicatrici che ha dentro. Gibsie è leale, autentico, sempre presente, dotato di una grande intuitività, ed è lui a regalarci i momenti più leggeri e divertenti della storia.

E poi ci sono Hughie e Patrick, altri compagni della squadra di rugby a cui l’autrice darà spazio nei libri successivi, e poi le amiche di Shannon, Claire e Lizzie. Ognuno di loro con i propri segreti, le proprie luci e ombre. Ci si affeziona a tutti, perché sono un gruppo unito, una famiglia strana e bellissima i cui membri sono sempre pronti a supportarsi a vicenda e dalla quale vorresti non separarti mai.

Devo essere onesta, all’inizio Binding 13 non mi stava convincendo tantissimo, lo trovavo un po' lento e facevo fatica a trovare quella spinta per proseguire, per fortuna, però, ho deciso di non demordere e sono stata ampiamente ricompensata, perché a un certo punto tutto il mondo creato da Claire Walsh  si dischiude davanti ai nostri occhi, le emozioni dei personaggi diventano quelle del lettore e allora, proprio come dice Johnny, boom boom, fucking boom.

L'unica cosa che non ho apprezzato particolarmente è stata la traduzione del romanzo. Purtroppo, ho trovato, oltre a numerosi refusi, anche degli errori a livello di grammatica e sintassi che mi hanno infastidita non poco durante la lettura. Ovviamente questo non toglie nulla alla storia e ai romanzi in sé che restano bellissimi e degni di essere letti.

Non posso fare altro che consigliarvi di iniziare questa serie bellissima, perché nonostante mostri verità scomode e tratti argomenti molto delicati – ognuno dei personaggi lotta contro il proprio trauma e credetemi se vi dico che sono tutti molto, molto gravi – il messaggio più potente che traspare dalle pagine di questi romanzi è un messaggio di speranza, un messaggio che parla dell'amore in tutte le sue forme, di un sentimento forte e immenso, in grado di salvarci dall'oscurità. Sono proprio queste le storie che per me vale la pena leggere.

Non dimenticarti che tu sarai sempre il mio tredici. Il mio binding thirteen. Ho vinto io.

Vi invito però ad approcciarvi con cautela e consapevolezza alla lettura perché questi romanzi vi faranno soffrire. Vi faranno il cuore in tanti piccoli pezzetti e poi, pian piano, rimetteranno insieme ogni frammento della vostra anima e vi ricostruiranno con lenta e meticolosa sapienza, finché non tornerete intatti e con una nuova consapevolezza.

Assegno a Binding 13 quattro specchi e mezzo e a Keeping 13 cinque specchi (semplicemente perché mi ha coinvolta più del primo romanzo e sin dalle primissime pagine). 


Non vedo l’ora di proseguire con la serie e parlarvi dei due volumi successivi e quello sì che sarà un delirio vero…

Alla prossima recensione, Specchietti!








Commenti