Salve specchietti,
torniamo a parlare dei nostri
miei amati vampiri e lo facciamo con il review party di Blood Line,
il secondo volume della serie di Mariarosaria Guarino.
“L’amore può salvarti. Ma può anche distruggerti”.
Derek ha
scelto l’esilio per proteggere chi ama. Unico essere al mondo capace di
controllare i non morti, vive in una città fantasma, tormentato dal dolore di
ogni creatura che si spegne. Poi arriva lei, Kesia, con il suo sguardo pieno di
cicatrici, la lingua affilata e un cuore spezzato che si rifiuta di battere per
qualcuno. Il loro è uno scontro, un equilibrio instabile tra attrazione e paura
e, quando sono costretti a vivere sotto lo stesso tetto, tra Derek e Kesia
possono solo volare scintille.
Ma in un
mondo dove il confine tra umano e mostro è più sottile che mai, i sentimenti
sono un lusso che non possono permettersi. Perché quando Kesia fugge alla
ricerca di un rifugio, scopre che il vero orrore non sono i vampiri o i non
morti… ma gli uomini che credono di essere salvatori e si elevano al di sopra
degli altri annientando la libertà e il diritto di amare. E mentre la guerra
divampa, Derek dovrà scegliere tra il destino che lo condanna e la ragazza che
gli ha insegnato a respirare di nuovo.
Sangue,
battaglie e desiderio si intrecciano in un romance distopico che vi farà
tremare il cuore.
“Se il
mondo deve bruciare, allora bruceremo insieme”.
Oltre i vampiri e gli esseri
umani, però, troviamo in questo mondo una terza specie, quella dei non-morti,
che avevamo già conosciuto al termine del primo volume quando, affamati e fuori
controllo, avevano attaccato i vampiri alla Città d’Ombra. Per salvare la sua
famiglia e la sua gente, il giovane Derek Collins si era messo a capo di quell’esercito
e aveva portato i non-morti lontano dalla Città d’Ombra, auto-esiliandosi.
È proprio da qui che inizia
questo secondo volume. Derek vive ormai da otto mesi nella solitudine,
circondato da creature in decadimento che non possono comunicare se non
attraverso il legame mentale e che, spesso, non sono neanche presenti a se stessi.
Inoltre, a peggiorare l’isolamento, Derek sente la morte di ognuno di loro come
se fosse la propria.
«La verità è che da quando sei qui mi sento di nuovo normale, Kesia, e avevo quasi scordato ciò che si prova.»
Ma poi arriva lei, Kesia. Lei che
già poco sopportava Derek e la cosa è pure abbastanza reciproca. Lei che è
costretta a fermarsi lì, in mezzo a dei mostri, con Derek, un vampiro come
quelli che l’hanno schiavizzata e hanno abusato di lei per anni, per colpa di
una brutta ferita alla caviglia che le impedisce di camminare.
Kesia, però, capirà, poco alla
volta, che non è la razza a definire la bontà d’animo di una persona.
Soprattutto quando saranno proprio gli esseri umani la più grande minaccia per
questo mondo che sta cercando di riprendersi dopo il periodo più buio che abbia
mai affrontato.
E Derek… Beh, se Derek non vi fa
tenerezza non avete un cuore. Ha perso la sua prima famiglia, è stato costretto
ad allontanarsi dalla seconda, vive in profonda solitudine, è disposto ai
sacrifici più estremi pur di salvare la gente che ama, mettendo a repentaglio la
sua stessa vita… e l’unica persona a cui riesce a legarsi sentimentalmente è “miss
ghiacciolo”, all’apparenza incapace di provare qualsiasi sentimento.
Eravamo diversi e forse era proprio questo ad attrarmi e a spingermi verso di lui senza alcuna possibilità di ribellione. La mia debolezza stava nel non riuscire a fidarmi degli altri, la sua consisteva nel cercare ancora il bene in un mondo che non aveva più speranza da offrire.
Ho trovato la prima parte del
romanzo piuttosto lenta, forse anche a causa dell’estremo isolamento di Derek e
Kesia, con i capitoli che ruotano attorno al loro lento avvicinarsi e poi allontanarsi
di nuovo, in una specie di danza dove solo uno dei due è disposto ad andare fino
in fondo.
A un certo punto, però, il
romanzo subisce una brusca accelerata e il ritmo diventa adrenalinico. Si
susseguono scene d’azione e capitoli carichi di tensione e assistiamo alla vera
potenza dei non-morti e di Derek Collins. Insomma, entriamo nel vivo della
guerra, con (ex) vampiri, umani e non-morti che si scontrano per la supremazia
della propria razza.
"Era come dirigere un'orchestra costituita da braccia, gambe e puro istinto per creare una melodia che auspicava la morte."
E se non fosse necessario avere
una razza sopra le altre? Se ci fosse un modo per convivere e salvare un pianeta
morente?
Mariarosaria Guarino ci invita a
riflettere sul concetto di “mostro”, ad andare oltre le apparenze, a
sconfiggere le nostre paure e cercare di capire l’altro, proprio come fa Kesia
che supera i propri pregiudizi e riesce a vedere il buono in una persona indipendentemente
dall’aspetto mostruoso, e a vedere i lati oscuri oltre a un aspetto
incoraggiante.
È un invito alla tolleranza, all’apertura,
a tendere una mano in un mondo che, forse, non è colpito da un morbo che
trasforma in vampiri, ma sta ugualmente andando alla deriva e sta solo a noi
cercare di salvarci. Insieme.
«Chi decide cosa è abominevole in questo mondo alla deriva, brutto stronzo? Per me è riprovevole chi, come voi, agisce con intenti omicida».
Ringrazio l’autrice per la copia
del romanzo e assegno a Blood Line i miei quattro specchi.
Alla prossima,
-IronPrincess
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