Salve, specchietti!
Sono qui oggi per parlarvi di Sirayl dei Draghi, il primo
volume della saga “Le storie di Ertah” di Elisabetta di Santolo.
Una terra sull'orlo della guerra.
Ertah è minacciata da un male oscuro: il crudele Nazashj, che
sembrava sconfitto per sempre, è tornato. L'ombra del suo potere si estende già
maligna su tutti i Regni.
Riusciranno uomini, sirene e rappresentanti del Popolo magico
a mettere da parte le divergenze e a unirsi per sconfiggere definitivamente il
Male?
E quale sarà il compito della giovane Sirayl dell’Isola dei
Draghi?
Sembra una semplice ragazza, però nasconde i poteri degli Dei
Elementali. Potrà diventare la guerriera di cui tutti hanno bisogno?
Nuovi amici, alleanze inaspettate, lotte senza esclusione di
colpi, tradimenti.
Unitevi a noi. La battaglia che segnerà il destino di Ertah
sta per iniziare.
Chiunque mi conosce un po’ sa che se c’è una cosa a cui non so proprio resistere sono i draghi (vi vedo che stavate per dire lupi, invece no, sono i draghi). Appena vedo un libro sui draghi, non capisco più nulla e ho bisogno di leggerlo. Quindi appena mi hanno proposto la lettura di Sirayl dei Draghi per il blog, non ho potuto fare altro che accettare.
Il problema è che non basta mettere uno o più draghi per fare
un buon libro.
Io nasco come lettrice di epic fantasy. Ho poi trovato nell’urban
fantasy il suo grande amore, ma ogni tanto mi piace tornare a quella prima
scintilla che mi ha acceso la passione per la lettura. Purtroppo, l’epic fantasy
non è un genere facile, e di questo me ne rendo conto, perché richiede non solo
la creazione di un intero mondo (compreso di usi, costumi e la politica dei
vari territori) e delle creature che vi abitano, ma soprattutto la gestione di
una pluralità di personaggi.
E qui di personaggi ce ne sono davvero tanti, tant’è vero che
io, soprattutto nei primi capitoli, mi sono persa. Ho fatto davvero fatica a
seguire la storia perché mi sono ritrovata di fronte a tante piccole storie
dense di nomi che non riuscivo proprio a memorizzare perché erano troppi e
tutti insieme, sia di persone che di luoghi. La mappa all’inizio del romanzo un
po’ aiuta, ma, per quanto io apprezzi il disegno manuale (ben venga se uno ne è
capace), anche qui la trovo molto confusionaria e avrei preferito una maggiore
digitalizzazione almeno nel lettering così da rendere più chiari i nomi (soprattutto
per la copia digitale dove risulta ancora più difficile leggerli).
Ho trovato anche lo stile molto pesante e spesso ho dovuto
leggere più volte i periodi per capire che cosa stesse succedendo.
So che si tratta del primo romanzo di una saga e auguro all’autrice
di crescere e migliorarsi, ma, per quanto mi riguarda, purtroppo questo libro
non raggiunge la sufficienza.
Ringrazio comunque l’autrice e Amori al Peperoncino per la copia
del romanzo e assegno a Sirayl dei Draghi i miei 2 specchi e mezzo.
Alla prossima,
-IronPrincess
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