Recensione "Il gobbo di Notre Dame"
Il 21 giugno 1996 nei cinema americani debuttava un capolavoro; in Italia sarebbe arrivato solo il successivo 6 dicembre.
Il gobbo di Notre Dame è uno dei prodotti più particolari tra tutti quelli targati Disney. Sono molte, infatti, le particolarità che lo fanno spiccare e lo rendono notevole tra tutte le produzioni a marchio Walt. Essendo uno dei pilastri della nostra infanzia, inoltre, posso concedermi il lusso di evitare di ripetervi la trama, dandola come nozione comune e, quindi, per scontata.
Sono molte, dicevo, le caratteristiche che distinguono Il gobbo di Notre Dame dagli altri cartoni animati suoi fratelli. Innanzitutto i toni cupi, che la Disney poche volte ha trattato e che difficilmente incontrano il favore del pubblico (vedi Taron e La Pentola Magica), ma che sono, invece, azzeccatissimi. E ciò non solo perché riprendono le sfumature scure che Victor Hugo ha voluto dare al suo romanzo originale (Notre-Dame de Paris), ma perché proprio questi sono i colori della storia del gobbo, della zingara, del soldato e dell'uomo timorato di Dio.
Il gobbo di Notre Dame, così come Notre-Dame de Paris, è la storia di un'ossessione, di un impulso sessuale, del fanatismo religioso, dei dogmi sociali, dello sterminio razziale, del predominio psicologico, e di molto altro ancora. Che la Disney scelga di trattare temi così forti (anche se mitigandoli a modo suo, ovviamente) è a dir poco innovativo, soprattutto a metà degli anni '90.
Altre meraviglie del film sono le musiche, trattate con un'attenzione maniacale e di una complessità che raramente la stessa Disney ha eguagliato.
Due parole vanno anche spese sui personaggi. La trama del romanzo originale è stata cambiata, e in alcuni punti proprio stravolta, nel passaggio al cartone animato, e di questo ovviamente ne hanno risentito anche i personaggi. Febo, ad esempio, è la figura che ne è uscita maggiormente trasformata tanto da risultare quasi completamente diverso dal suo gemello di carta. È il personaggio di Frollo, però, a meritare un approfondimento, poiché ne hanno fatto un vero e proprio capolavoro.
Anche il cattivo della situazione è stato modificato: non più arcidiacono ma giudice, giusto per non rendere troppo forte la tematica religiosa. Eppure i produttori sono stati bravi a mantenere inalterata la forte fede cristiana, che sfocia in un vero e proprio fanatismo. Frollo non è solo spezzato tra la sua religione, i suoi valori e l'irresistibile attrazione per Esmeralda; ma è anche un uomo ossessionato dall'idea folle di purezza che lo porta allo sterminio degli zingari, esseri da lui ritenuti indegni e inferiori, e soprattutto è sinceramente convinto di essere nel giusto, di essere virtuoso e di seguire il volere di Dio. E qui sta la base della complessità psicologica di questo cartone, oltre che il nocciolo che rende Frollo un cattivo unico. Non più il classico antagonista disneyano guidato da egoismo, vendetta o avidità; ma un villain che nella sua follia è guidato da ideali "puri".
La produzione del film è iniziata nel 1993 e ci sono voluti ben tre anni per ottenere un prodotto che fosse completo e che arrivasse a questo livello di qualità. Come citato in precedenza, alla storia originale sono state fatte fin troppe modifiche, a partire dall'happy ending fino al messaggio finale (pi che simile a quello della La Bella e la Bestia, complice il fatto che entrambi i prodotti furono affidati alla stessa coppia di registi autori). Ma in fondo Il gobbo di Notre Dame resta uno di quei film che in genere vengono alquanto snobbati dai più piccoli e rivalutati e adorati poi una volta diventati grandi. Che lo si abbia amato fin dall'infanzia o che lo si sia riscoperto solo in seguito, comunque, il cartone animato resta un piccolo gioiellino da riguardare volentieri ogni volta che se ne ha l'occasione.
Buona visione!
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