RADIOFRECCIA
Credo nelle rovesciate di Bonimba, e nei riff di Keith
Richards. Credo al doppio suono di campanello del padrone di casa, che viene a
prendere l'affitto ogni primo del mese. Credo che ognuno di noi si meriterebbe
di avere una madre e un padre che siano decenti con lui almeno finché non si
sta in piedi. Credo che un'Inter come quella di Corso, Mazzola e Suarez non ci
sarà mai più, ma non è detto che non ce ne saranno altre belle in maniera
diversa. Credo che non sia tutto qua, però prima di credere in qualcos'altro
bisogna fare i conti con quello che c'è qua, e allora mi sa che crederò prima o
poi in qualche Dio. Credo che se mai avrò una famiglia sarà dura tirare avanti
con trecento mila al mese, però credo anche che se non leccherò culi come fa il
mio caporeparto difficilmente cambieranno le cose. Credo che c'ho un buco
grosso dentro, ma anche che, il rock n'roll, qualche amichetta, il calcio,
qualche soddisfazione sul lavoro, le stro**ate con gli amici ogni tanto questo
buco me lo riempiono. Credo che la voglia di scappare da un paese con ventimila
abitanti vuol dire che hai voglia di scappare da te stesso, e credo che da te
non ci scappi neanche se sei Eddie Merckx. Credo che non è giusto giudicare la
vita degli altri, perché comunque non puoi sapere proprio un ca**o della vita
degli altri.
Radiofreccia è un film diretto da Luciano Ligabue e proiettato per la
prima volta nel 1998. Il film è ispirato alla sua prima opera, una raccolta di
racconti intitolata Dentro e fuori il
borgo.
Trama:
Storie di vita, diverse e intense di un gruppo di giovani ragazzi
unite da una radio. Il film inizia nel 1993 quando Bruno Lori, il direttore
della radio decide di chiuderla proprio nel giorno del diciottesimo anniversario.
La sua voce, parlando al microfono per l’ultima volta, ripercorre la storia
della radio, e di tutte le vite che vi si intrecciano.
Il film comincia con la scena di un funerale, il funerale di Ivan
Benassi, detto Freccia per via di una voglia a forma di freccia che aveva su
una tempia. Dopo la sua morte la radio
verrà chiamata Radiofreccia in suo onore.
Il resto è un grande flashback, che ripercorre la storia di Ivan,
delle difficoltà dovute alla perdita del padre e alla nuova vita della madre
che sembra avere occhi solo per il nuovo compagno, trascurando completamente il
figlio.
Situazioni difficili e spesso estreme porteranno gli amici ad
affrontare grandi difficoltà, che metteranno a dura prova anche la loro
amicizia.
Fino a portare a conseguenze irrimediabili e irreversibili.
Opinioni (Ho tentato di non fare spoiler:D):
Un film che trascina nella storia, nelle vite dei personaggi
ripercorse nei momenti più difficili.
Mi è piaciuta molto l’impostazione delle scene. Inquadrature molto
curate che mettono in risalto auto, abiti, oggetti, gli elementi salienti degli
anni ’70. Mi rimangono fra i ricordi, scene, immagini, che sembrano fotografie
e sono accompagnate da sfumature romantiche e poetiche.
Le colonne sonore aumentano queste sensazioni accompagnando alla
perfezione ogni scena del film.
I personaggi sono ben delineati e si riesce ad avere in poche
pennellate un quadro ben preciso dei tratti salienti e caratterizzanti di
ognuno.
Mi è piaciuto in particolare il valore dato all’amicizia, al gruppo di
amici, principale protagonista di questo film che si sostiene anche nelle
situazioni più estreme, senza però creare un quadro idillico dei rapporti fra i
componenti del gruppo. Difatti è ben mostrato come vi fossero anche legami
maggiori fra alcuni di loro o inimicizie e attriti.
Mi ha colpita anche le figura di Marzia, innamorata di Freccia, ma che
non si fa avvolgere dalle dinamiche di orgoglio e gelosie che spesso affliggono
l’amore, soprattutto se non ricambiato. È solo il sentimento che domina questa
particolare amicizia, che resterà anche nei momenti più neri e aiuterà Ivan a
lottare contro sé stesso, riuscendo, quasi, a salvarlo.
Tema saliente è anche quello della follia. In questo film si dà una
voce di contorno ai pazzi, difatti la primissima scena è una verità messa in
bocca a un matto che popolerà con le sue stranezza apparentemente insensate e
incomprensibili agli altri, tutto il corso del film.
Quante volte ve lo
devo dire?!
La vita non è perfetta.
Le vite dei film sono perfette:
belle o brutte, ma perfette.
Nei film non ci sono tempi morti,
la vita è piena di tempi morti.
Nei film si sa sempre come va a finire,
nella vita non lo sai mai...
La vita non è perfetta.
Le vite dei film sono perfette:
belle o brutte, ma perfette.
Nei film non ci sono tempi morti,
la vita è piena di tempi morti.
Nei film si sa sempre come va a finire,
nella vita non lo sai mai...
-Iris-
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