Recensione Teardrop di Lauren Kate

Trama
Eureka Evans, diciassette anni, non piange mai. Non piange neppure quando sua madre muore davanti a lei, travolta da un’onda anomala. Dopo il terribile incidente, Eureka va a vivere con il padre e la sua nuova moglie, ed è attanagliata dal senso di colpa per non essere riuscita a far nulla. Nonostante tutto, continua a non piangere.  E questa è una fortuna. Perché Eureka non lo sa, ma è una discendente di Selene, regina di Atlantide, eavrebbe il potere di far risorgere il continente perduto e quindi distruggere la Terra, se versasse così tante lacrime da esprimere più dolore di quanto si possa sopportare nel mondo. Per evitare che questo accada, c’è chi cerca di ucciderla, ovvero i discendenti di Leander, che nell’antica Atlantide aveva amato la regina Selene. 
L’onda anomala è opera loro. Di quella stirpe fa parte anche Ander, un ragazzo cresciuto con le storie della tradizione di Atlantide, e con l’idea che si può fare di tutto pur di evitare che riemerga…




Recensione

Ho avuto questo libro ad Agosto, un regalo che il mio ragazzo "mi ha fatto" qualche giorno prima di partire. Avevo già letto la trama anni prima e provato a leggere le prime pagine, ma non ero riuscita a farmelo piacere. Questa volta invece, dopo due settimane sul mio scaffale, ho avuto il piacere di leggere uno dei libri che amo più al mondo.
La legenda di Atlandide, che mi ha sempre affascinata, veniva dipinta  sotto ai miei occhi come un bellissimo quadro.
I personaggi, ognuno con i suoi pregi e difetti, mi hanno presa a tal punto da farmi piangere e gridare con loro.
La storia di Eureka e la devozionone che Ander prova verso di lei mi hanno catturata come fanno i ragni con le loro prede. Un'amore che esiste perché deve essere così, senza che i due possano far qualcosa per impedirlo.
Il migliore amico di Eureka Brook, lo odiavo sia prima che dopo l'incidente (non vi dico quale per non rovinarvi niente) e le vittime che la Kate ha fatto con la sua penna mi hanno ridotta in lacrime dall'inizio alla fine e mi sono sentita esattamente come si sentiva la protagonista, che poi è quello che mi aspetto da un buon libro; la sua forza, il suo stoicismo, mi hanno fatta sentire fortunata perché mentre lei non poteva piangere io ho sempre avuto persone che ritenevano che piangere fosse la soluzione per sfogare tutto e andare avanti e di mio sono una che piange spesso (solo quando non sono vista però) quindi nel suo caso mi sarei sentita male.
Amo l'Acqua tanto quanto amo leggere, e con questo libro mi sono trovata cullata, sovrastata, sommersa, dal mio stesso elemento. Sicuramente leggerò il seguito e nel frattempo cercherò "di parlare con gli uccelli" mentre mi riparo dalla pioggia "Sotto una pietra tuono".

-CuorediInchiostro

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