Recensione Oscure Visioni di Miriam Palombi


Sinossi

Diciassette piccole porte sull’abisso, scorci d’incubo che tra case infestate, acque profonde e maledette, demoni, mostri e viaggi nell’aldilà ci offrono una panoramica completa sull’orrore letterario in tutte le sue declinazioni.
Storie intrise di quell’ansia latente, di quella lieve inquietudine che vi porterà, di tanto in tanto mentre state leggendo, a scrutare guardinghi dietro le vostre spalle.
La venticinquesima ora, una vecchia biblioteca funge da non-luogo in cui scoprire un’ora funesta che non può esistere.
Stesso sangue, una vecchia casa di famiglia che cela una verità da incubo sulle nostre origini. 
Acque profonde, un crimine impunito, un lago profondo e inaccessibile che nasconde un segreto, ma la vendetta avrà il volto di un incubo.
Stanza 206, una stanza d’albergo dove confrontarsi con la propria distruttiva parte oscura.
L’Antro della Bestia, un parco giochi, una vecchia attrazione in disuso dove sembra celarsi la stessa essenza del male.
Mirabilia, un circo popolato da sanguinari freaks. 
La soglia, un passaggio verso un’altra diabolica dimensione. 
Tredici piccole perle, le pene per un amore perduto trovano un apparente sollievo in un tatuaggio mortifero.
Gens arcana, un intervento di chirurgia estetica è il pretesto per scoprire indicibili pratiche demoniache/evoluzionistiche.
…E altre Oscure Visioni.

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 Estratto:

…Avrebbe dovuto sbrigarsi. Esattamente alle ventitré e cinquantacinque minuti l’enorme porta di legno che separava l’esterno da quel mondo rarefatto si sarebbe chiusa, senza possibilità di uscita fino al mattino seguente. Non era soltanto una regola, ma un divieto assoluto di rimanere nei locali della biblioteca dopo la mezzanotte. Allo scoccare dei dodici rintocchi i locali dovevano essere tassativamente vuoti e, a quanto ne sapeva, nessuno aveva mai osato trasgredire. Non era quello un luogo dove trattenersi in solitudine, i cunicoli tutti uguali, insidiosi come labirinti, potevano far rizzare i capelli sulla testa. Non erano meno inquietanti le alte scaffalature che toccavano il soffitto, illuminate fiocamente da una luce soffusa che talvolta faceva intravedere cose che non c’erano e proiettava lunghe ombre sinistre sui mosaici del pavimento.
[Dal racconto: La venticinquesima ora]

Recensione:

Diciassette racconti horror, diciassette tormenti e fantasie inconfessabili. 
L’autrice Miriam Palombi in questa raccolta mostra tutta la sua maestria nel trasportare il lettore all’interno di scenari oscuri e inimmaginabili, e pagina dopo pagina rende il nostro respiro sempre più lento … altrimenti “Potrebbero sentirti”. 
Tutta la raccolta è curata da cima a fondo, dalla copertina dai toni Dark ma molto elegante, ai titoli dei singoli racconti che sono un riassunto perfetto per ognuno di essi, per finire nel numero 17 che come tutti sanno non è un numero molto allegro. 
Personalmente non amo questo tipo di racconti, il sangue e i mostri mi mettono agitazione e non riesco a dormire la notte. Pensate che ho paura di “Scary Movie” (parodia dei film horror più celebri) e nonostante sia stato un bel film e sembrava fatto per far paura solo ai bambini, “Non aver paura del buio” mi ha traumatizzata.
Quindi il mio responso sul libro “Oscure Visioni” si apre con una domanda: 
Solo perché il libro mi ha fatto paura, deve essere definito un buon libro? 
Prima che mi prendiate per matta vi dico : Assolutamente si. 
Perché: 
1)È scritto molto bene
2)Le varie trame sono davvero belle e ben strutturate 
3)Non ha spaventato solo me ma anche mio fratello che è passato mentre leggevo ad alta voce ed è scappato terrorizzato ( Poi non ha visto il muro e sappiamo tutti cosa accade in questi casi)

La mia valutazione è assolutamente positiva: Questo libro è promosso.  


-CuorediInchiostro

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