Recensione ‘L’uomo che voleva fermare il tempo’ di Mitch Albom


Per la mia prima recensione ho deciso di riprendere in mano un libro che avevo già letto circa due anni fa, forse con troppa foga per coglierne pregi e difetti (in un giorno l’avevo finito): L’uomo che voleva fermare il tempo, di un – fino a quel momento, per me – sconosciuto e anonimo scrittore di nome Mitch Albom. Mi sono informata… altro che sconosciuto! Sforna solo best-sellers e da uno dei suoi romanzi è stato persino tratto un film (Un giorno ancora, nel caso vi interessasse). Ma veniamo al libro. Vi racconto brevemente la trama, odio che mi si riveli come si sviluppa o, peggio ancora, come finisce una storia, quindi cercherò sempre di mantenere un alone di MISTEEERO intorno alla vicenda. Ci sono tre storie distinte – legate ad altrettanti protagonisti – che si intrecciano tra loro. Innanzi tutto c’è quella di Dor, uomo di un’era antichissima che per primo inizia a misurare il tempo ma che, nel dedicarcisi, trascura i suoi affetti; quando si troverà faccia a faccia con la possibilità di perdere una parte fondamentale della sua esistenza (l’amore di tutta una vita, Alli), disperato cercherà di fermare il tempo stesso e così si troverà, solo, imprigionato in una caverna in cui regna l’immortalità.
<<Dor?>> lo chiamò Alli.
Lui non le prestò attenzione. […]
Se qualcuno avesse documentato quel momento,
avrebbe scritto che nell’attimo in cui l’uomo inventava
l’orologio sua moglie era sola e piangeva in silenzio,
e lui era invece tutto preso dai suoi calcoli.
La seconda storia è quella di Victor, anziano miliardario che si è creato da sé la sua fortuna e che non può accettare di essere messo fuori gioco da una malattia terminale: escludendo sua moglie Grace, organizza perciò un piano per ingannare la morte. E infine c’è Sarah, la tipica adolescente problematica senza amici e in cerca d’amore, la sua esistenza sembra trovare un senso quando conosce un ragazzo molto popolare, Ethan, ma la delusione con lui sarà tanto umiliante da farla cadere in depressione. Il compito di Dor per poter tornare indietro dalla sua Alli sarà proprio quello di trovare sulla Terra due persone, una che chiede tempo e una che non ne vuole, e insegnare loro quello che lui ha imparato nei secoli passati dentro la caverna.
Aldilà della leggera sfumatura religiosa che ogni tanto salta fuori ma che, per fortuna, non è eccessiva, se si legge questo libro si deve essere pronti ad un’atmosfera non tanto moralistica (Non è mai tardi per amare recita il retro della copertina, se questa è la morale non è nemmeno così malvagia da mandare giù, anzi la trovo molto moderna!), ma sicuramente riflessiva: che ci si rispecchi in Sarah o in Victor, in ogni caso ci si ritroverà a confrontarsi con almeno una situazione vissuta in prima persona e, probabilmente, il successo di questo romanzo sta proprio in tutto ciò. D’altronde, lo stereotipo dell’adolescente che non ha ancora imparato ad amarsi o del vecchio scorbutico che non vuole affezionarsi alle cose non sono certo nuovi (si chiamano stereotipi mica per niente), è il contesto di riflessione che porta ad affezionarsi a questi personaggi, cioè: cosa mi potranno insegnare Dor, Sarah e Victor sul tempo?
Contare i momenti della vita le aveva portate (le persone), inevitabilmente, a contare alla rovescia.[…]
Lo stile è molto semplice, quasi ingenuo a volte, descrizioni ridotte al minimo e frasi brevi, statuarie, lo rendono molto scorrevole. E stupisce tantissimo che, pur utilizzando così poche parole, il nostro ormai non più sconosciuto amico Mitch riesca comunque ad aprirci davanti una voragine di sentimenti familiari, come dire “Si io una cosa così l’ho provata una volta, ma non ho mai saputo spiegarla!”. Se cercate nei libri risposte sulla vita, se volete dare un rapido sguardo sull’impalcatura del destino, guardarvi da fuori insomma per un po’, ebbene questo è un romanzo che,complice anche il clima quasi mitico - calato però ai giorni nostri - e il punto di vista che salta da un personaggio all'altro senza procurare mal di mare, fa per voi. 
Buona lettura!


- Papavero blu 

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