Recensione: Luca
Salve, specchietti!
Siete pronti a viaggiare in un nuovo
film Disney? Stavolta non andiamo molto lontano, anzi possiamo dire che
rimaniamo praticamente a casa con Luca, il nuovissimo film
Disney-Pixar appena approdato su Disneyplus.
Una storia italianissima, un omaggio
alla terra del regista Enrico Casarosa che ci porta a conoscere la terra di
Liguria. Viaggiamo nella immaginaria città di Portorosso, nella Riviera Ligure,
insieme a Luca e Alberto, due “mostri marini” che, sotto le squame colorate,
sono due ragazzini esattamente come tutti gli altri.
Luca è, come egli stesso si
definisce, un “bravo bambino”, uno che fa sempre quello che gli dicono i
genitori, che ubbidisce, che lavora e che non è mai, ma proprio mai andato sopra
la superficie. Alberto è l’esatto opposto. Lui ci vive sopra la superficie,
colleziona oggetti degli umani ed è un grande esperto di tutto ciò che riguarda
i mostri terrestri.
Quando Luca incontra Alberto, è
affascinato da tutto quello che lui gli racconta e gli mostra. In particolar
modo, rimane come folgorato dalla vista di un poster raffigurante una Vespa.
Comincia per loro un’avventura nella
città degli umani, dove scoprono che possono realizzare il loro sogno di avere
una Vespa vincendo la Portorosso Cup. Insieme a Giulia formano la squadra degli
sfigati, un’alleanza per poter affrontare il più famoso “triathlon all’italiana”:
nuovo, bici e abbuffata di pasta.
Okay, vi vedo già storcere il naso
parlando di stereotipi. In effetti, si parla di pasta, di calcio, di scopa, l’ho
già detto di pasta? Ma non dimentichiamoci che il regista stesso è italiano. È tutto
un omaggio, come lo sono le numerose canzoni tutte made in Italy che scorrono
durante il film. Da “Il gatto e la volpe” di Bennato a “Fatti mandare dalla
mamma a prendere il latte” di Gianni Morandi.
Per godere appieno dell’italianità di
questo film, paradossalmente, vi consiglio di vederlo in lingua originale. È lì
che rendono meglio le espressioni italiane come “stupido”, “silenzio Bruno” o “Santa
Mozzarella”. Giocando tra le due lingue l’anima italiana risalta ancora di più.
Inoltre, molte delle voci del cast originale sono italiane o di origini
italiane, scelta, a mio avviso, a dir poco azzeccata.
Il punto di forza di Luca è,
però, la sua semplicità. Dopo due prodotti elevati come Onward che
affronta temi forti quali la perdita di un genitore e Soul che punta più
a colpire l’animo del pubblico adulto (trovate le mie recensioni a questi film
rispettivamente qui e qui), la Pixar parla con i bambini più
piccoli.
In un mondo fin troppo dominato dal
politicamente corretto, Luca parla di diversità con un linguaggio alla
portata di ogni bambino. Ma non solo.
Uno dei più grandi prodotti della
Disney di origine italiana è Pinocchio, qui citato non solo per la canzone
“Il gatto e la volpe” di Bennato, ma anche da uno dei libri che Giulia mostra a
Luca. In quella storia un bambino incontra degli amici sbagliati che lo
convincono a non andare a scuola. Pinocchio è figlio dei suoi anni,
Casarosa, invece, parla ai bambini di oggi. Racconta quanto è bello apprendere
cose nuove e lo fa nella determinazione di Luca che capisce qual è veramente il
suo sogno.
Parla anche ai genitori. Ricorda loro
che, nonostante le loro paure, devono assecondare i (buoni e sani) desideri dei
figli. Daniela alla fine è preoccupata, da morire (e chi non lo sarebbe al suo
posto?) ma ha capito qual è la cosa migliore per suo figlio.
Specchio speciale per questo inno
alla semplicità, all’italianità e, lasciatemelo dire, per questo orgoglio
italiano che è Enrico Casarosa. Impariamo ad apprezzare i nostri connazionali che
hanno successo nel mondo.
E ricordate: «Silenzio, Bruno!»
Alla prossima,
Commenti
Posta un commento