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DIALOGO DI TORQUATO TASSO E DEL SUO GENIO FAMILIARE - LEOPARDI- Operette Morali

DIALOGO DI TORQUATO TASSO E DEL SUO GENIO FAMILIARE

Ho deciso di recensire questo testo, probabilmente il mio preferito nelle Operette Morali, per la dolce malinconia che traspare dietro la grandezza del Tasso, immaginato da Leopardi in un dialogo con sé stesso durante la clausura nell’Ospedale di Sant’Anna.
Ovviamente nell’avvicinarci a questo dialogo dobbiamo considerare celata dietro la voce del Tasso quella di Leopardi.
Il dialogo è organizzato intorno a quattro nuclei tematici.
Dapprima troviamo il Tasso vagheggiare d’amore per Eleonora d’Este, ripensando alla sua immagine e desiderando di vederla.
La risposta del Genio sfocia con l’altro argomento affrontato dal brano, cioè il vero: Sappi che dal vero al sognato non corre alcuna differenza, se non che questo può qualche volta essere molto più bello e più dolce che quello non può mai.
Magnifiche le note di poesia contenute in questa breve frase, quasi un aforisma, una breve verità racchiusa in poche sillabe.
Ci ho riflettuto e mi sono detta: è così? A volte. A volte le aspettative, i sogni, sono molto più dolci e più belli che la realtà stessa.
E allora il Tasso-Leopardi abbina questa verità anche all’amore. Non è forse meglio immaginare la donna amata piuttosto che averla nella realtà? La realtà non sarà mai all’altezza della perfezione quasi stilnovistica che l’amore e la donna raggiungono nell’immaginazione.
E l’immaginazione è la risposta anche alla seconda domanda: che cos’è il piacere?  Il piacere non è nulla, effimera illusione del passato, speranza del futuro. Ma nel presente non c’è, semplicemente non esiste.
Che dire di questo pensiero leopardiano? A volte mi capita di aprire la finestra, vedere il sole, e sentirmi già bene. Ma non si può giudicare il pensiero di un autore così importante soltanto da qualche testo. Bisogna conoscerne a fondo la biografia, gli eventi, l’evoluzione del pensiero. Così che più avanti nelle operette morali, incontriamo una prospettiva leggermente diversa in merito alla medesima questione. Il piacere presente, se c’è, è di breve durata e molto inferiore alla dimensione che esso acquisisce nel ricordo, o che aveva nella speranza del piacere stesso.
Tornando al nostro brano, passiamo alla terza domanda: che cos’è la noia? La noia è l’intervallo vuoto di una vita ostacolata dal dolore. Dolore e noia. Tanto che il rimedio alla noia viene ad essere il dolore stesso.
Ma nelle ultime righe del testo si presenta anche un’altra soluzione a questa stagnante condizione della vita umana: la solitudine. La solitudine sperimentata dal protagonista del dialogo, che pian piano lo porta a separarsi dalla realtà stessa, a vagheggiare nei suoi pensieri, e ritornare ad avere una fanciullesca speranza di poter raggiungere un giorno la gioia.


Mi piace questo testo, così come mi piace cercare di seguire il pensiero di Leopardi, le sue evoluzioni, e le sue sfaccettature. Leggere le Operette Morali mi spinge a riflettere, a farmi domande, a pensare se sono d’accordo o meno con ciò che l’autore sostiene. E questo mi piace. 

-Iris-

Commenti

  1. Dolore piuttosto che noia... Credo che Leopardi ci abbia azzeccato in pieno. Quante volte preferiamo "emozioni forti", anche negative, piuttosto che un "dolce far nulla", che di dolce non ha nulla? Io, personalmente, sono affamata di sensazioni che tolgono il fiato e non riesco proprio a comprendere come alcune persone possano preferire una vita passata "a girarsi i pollici", pur di non tentar di combinar qualcosa per paura di "soffrire". E qui dissento da Leopardi: la realtà, anche se potrebbe non essere all'altezza del sogno, è sempre da preferire al sogno.

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  2. Ciao Alex Astrid! grazie per questo tuo commento! sono pienamente d'accordo con ciò che hai scritto! Meglio sempre provarci, piuttosto che rinunciare per paura di soffrire! Il pensiero leopardiano è vasto e vario, e inoltre lo trovo un pensiero in evoluzione, e dunque non uguale in tutte le sue opere. Per quanto riguarda i sogni penso anche io che sia meglio vivere piuttosto che sognare. Mi va di aggiungere soltanto questo: in altri punti della sua opera, troviamo scritto che una vita attiva, in cui si corrono rischi e pericoli, e dunque piena di Vitalità, è un altro ottimo antidoto alla noia:D
    Ciao!! a presto qua sul blog! ;)
    -Iris-

    RispondiElimina

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