Recensione: Anima di stagno di Eveline Durand
Bentrovati,
Specchietti,
oggi la nostra
Irish Girl ci porta nel mondo steampunk creato da Eveline Durand, con Anima di stagno, edito Delrai Edizioni.
Siete pronti?
Partiamo dall’inizio:
Titolo: Anima di stagno
Autore: Eveline Durand
Editore: Delrai Edizioni
Prezzo: cartaceo €. 18,90
(copertina rigida) – ebook €. 4,99
Pagine: 510
Trama:
Delia Johanson è cresciuta, sono passati sette anni
dall’attentato al treno della resistenza, ma non ha dimenticato la promessa
fatta ai suoi cari: trovare Sebastian Coatsworth, il ragazzo che viene dal
passato e di cui si sono perse le tracce da quando è stata disattivata la cella
criogenica che lo conteneva. Ormai adulta, la giovane lavora come assistente
dell’ispettore Victor Blanchard, nel distretto di Wenita. Il caso ancora
irrisolto dell’"Esodo di Stagno", così i giornali hanno battezzato la
misteriosa scomparsa di centinaia di esponenti dell’alta società, la spingerà a
fare una scelta estrema. Esiste un collegamento tra questo enigma e la cellula
dei ribelli, perciò Delia è pronta a scoprire la verità. Dopo aver ricevuto in
dono la capacità di trasmutare gli elementi, imparando così a servirsi
dell’antica scienza alchemica, scoprirà l’esistenza di una corte segreta,
occultata agli occhi dell’intera società. Delia crede che il ribelle si
nasconda lì, sotto mentite spoglie. Intrighi, pozioni e creature spaventose
accompagneranno la sua ricerca; schiava della sua stessa ossessione, la
testarda ereditiera inseguirà l’uomo del mistero fino ai confini delle terre
conosciute e oltre, sfidando la follia del più temibile alchimista di tutti i
tempi, in un mondo steampunk dove l’Impero matriarcale continua a dettare legge
e il divario sociale è ancora enorme.
Bentrovati, Specchietti,
Oggi vi parlo
di Anima di stagno, il nuovo romanzo di Eveline Durand, edito Delrai Edizioni.
Si tratta
dell’attesissimo seguito di Collezione Privata e, anche se la storia di cui
parleremo a breve può essere letta a prescindere dal primo volume, mi pare
giusto darvi qualche indicazione in più.
Innanzitutto:
se non lo avete ancora fatto, andate in libreria o su Amazon e acquistate
Collezione Privata. Si tratta del romanzo che mi ha introdotta al mondo dello steampunk
e che mi ha letteralmente salvata da primo lockdown, quando non riuscivo più a
trovare nulla che mi liberasse da quello stato di malessere profondo in cui
stavo cadendo.
Protagonista
di Collezione Privata è Julian West Johanson, medico e scienziato, che ama collezionare
creature particolari, custodite in celle criogeniche. Creature a cui dà nuova
vita e che popolano il suo castello sull’altopiano di Enoch.
Eccentrico,
dall’ego e dal fascino smisurati, Julian rapisce il cuore del lettore fin dalle
prime pagine, assieme a quel mondo nuovo governato dalla tirannica imperatrice
Cristine De Mustang.
La sua
vita scorre tranquilla, fino a quando, a un’asta clandestina, il suo migliore
amico Romery non acquista, con i soldi di Julian, una cella criogenica che contiene
una misteriosa ragazza.
Chi sarà
la giovane che dorme lì da quasi un secolo? E da dove arriva? Cosa accadrà
quando, a seguito di un misterioso blackout, la cella si aprirà, risvegliandola?
Questo dovrete
scoprirlo leggendo Collezione Privata.
Quello che
posso dirvi ora, però, è che Julian ha una sorella: Delia Verdiana Johanson.
Una ragazza poco più che ventenne, coraggiosa, che per inseguire i suoi
obiettivi non si tira indietro di fronte a nulla, neanche al pericolo. E il suo
obiettivo, ora, è scoprire quanto più può sull’Esodo di stagno, ovvero la sparizione
di uomini e donne appartenenti alla classe sociale identificata col guanto di
stagno. Delia è infatti convinta che, seguendo quella strada, riuscirà a trovare
Sebastian Coatsworth, il fratello della giovane donna che ha sconvolto la vita di
Julian.
Sulla scia
di questi eventi, quando Delia arriverà nella città di Qalea, si troverà dinnanzi
a una nuova, sconvolgente realtà, dove niente e nessuno è quello che ha sempre
creduto.
E dove si
trova di preciso Sebastian? Facente parte della Resistenza che vuole far cadere
l’Impero, si è davvero intrufolato tra i più fedeli servitori di Cristine De
Mustang? O addirittura si nasconde dietro le spoglia di quel principe tenuto lontano
dal trono e che da soli due anni è tornato a fare da sfondo a quel regno tutto
al femminile?
Specchietti,
è davvero difficile per me spiegare a parole quanto ho amato questa storia, lo
stile di Eveline Durand e la sua capacità di sorprendermi nuovamente, dopo Collezione
Privata.
Non solo è
riuscita a creare un nuovo romanzo senza ripetere situazioni o dinamiche, ma ha
dato vita a un nuovo mondo, quello di Qalea, ancora più sconvolgente di Enoch,
dove tutte le convinzioni fino a quel punto maturate dal lettore sono andate in
frantumi, esattamente come accade ai protagonisti.
Delia, che
nel primo volume era solo una ragazzina chiusa in sé stessa, tradita dagli
affetti più cari, smarrita – ma che già aveva catturato tutta la mia attenzione
– è ora una ragazza intraprendente, che di quelle difficoltà e di quei dolori ha
fatto tesoro e forza. La scrittura, che l’aveva salvata nei momenti più
difficili, è divenuta un modo per esprimersi, e sarà, in seguito, una perfetta
moneta di scambio. La capacità di potersi destreggiare con l’antica arte dell’alchimia,
la muutma, poi, le darà la forza necessaria per affrontare le numerose insidie
di Qalea.
Più di ogni
cosa, però, ho amato la capacità di Eveline Durand di creare un personaggio a
tutto tondo. Delia non è Wonder Woman, nonostante cerchi di non piegarsi di
fronte a nessuno, nonostante provi con tutte le sue forze a non abbattersi, a
stringere i denti, a non mollare quando tutto sembra perduto, è comunque una
giovane donna con le sue paure, le ferite che la vita le ha inferto fin da
bambina, i suoi mostri. E quelle debolezze Delia le accetta tutte, le fa sue,
le trasforma. Piange quando sente di doverlo fare, perché stanca, o
semplicemente perché le difficoltà altrui le toccano il cuore. Si interroga sui
sentimenti contraddittori che prova per le persone che la circondano. Si
sacrifica per amore, quando capisce che non c’è altra strada da percorrere.
E poi,
dall’altra parte, abbiamo Sebastian.
Specchietti
miei, che dire di Sebastian… Innanzitutto vi sfido a scoprire di chi è il volto
dietro cui si cela il nostro impavido ribelle.
Non sappiamo
quasi nulla di lui, quindi capire cosa ha fatto negli ultimi anni è già
complicato in partenza; se poi ci aggiungiamo l’abilità di Eveline di mischiare
le carte e confondere, allora l’impresa si fa davvero ardua.
A quel
punto, non resta che seguire il cuore. Esattamente come fa Delia, che nel profondo della sua anima ha sempre saputo la verità. Che avverte un richiamo primitivo nei confronti di quest'uomo, che ne rimane sconvolta e attratta anche quando non dovrebbe.
Sebastian, dal canto suo, è convinto di aver perso tutto, di non avere nessuno a cui dover rendere conto della propria vita e questo sarà il motore della sua abnegazione totale alla Resistenza fin quando non incrocerà lo sguardo di Delia, scoprirà perché lo sta cercando, e vedrà tutto il suo mondo messo in discussione.
Anima di stagno, miei cari Specchietti, è un romanzo coinvolgente, ricco di colpi di
scena, che tiene viva l’attenzione del lettore dalla prima all’ultima pagina.
La chimica
che Eveline Durand riesce a creare tra Delia e Sebastian è qualcosa di sublime,
così come la sua capacità di descrivere i tormenti di due giovani che si
trovano a dover fare i conti con l’amore, ma anche con il pericolo, la morte e quelle
scelte dolorose che cambieranno per sempre la loro vita.
Lo stile
di Eveline è ricco di descrizioni, ma mai pesante. Cattura il lettore e lo
porta su Qalea senza che se ne renda conto. Dà spessore a ogni personaggio
secondario, tratteggiandone follie, background, aspirazioni e tormenti.
E permettetemi
di fare, poi, i complimenti alla Delrai Edizioni per la capacità di presentare
ai suoi lettori, ogni volta, un testo tanto curato, pulito, scevro di errori.
Ed è anche
così che più di cinquecento pagine volano via in leggerezza.
Grazie,
quindi, a Eveline e alla Delrai Edizioni per avermi permesso di leggere e
recensire questo piccolo gioiello steampunk, a cui va di diritto il nostro
specchio speciale.
Alla prossima
lettura, la vostra Irish Girl.
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